di Fabrizio Caccia
Il Papa : questa piazza vi ha atteso per due anni. L’emozione del vincitore di Sanremo
La «catto-bufera» che ha preceduto il concerto si squaglia presto al sole. «Quando il cielo si fa blu, penso solo a te…», un’ovazione accoglie Blanco in piazza San Pietro. Sono passate da poco le cinque del pomeriggio quando lui, vestito di bianco, sale sul palco e attacca il suo pezzo Blu celeste davanti a 80 mila adolescenti in estasi — ne erano previsti 57 mila e ora non c’è più posto nemmeno per uno spillo — venuti a Roma su invito della Pastorale giovanile della Cei.
Don Dino Pistolato, parroco di Gambarare (Venezia), è partito in pullman all’alba coi suoi ragazzi per essere qui alla veglia col Papa: «Non capisco le polemiche su Blanco, noi gente di Chiesa dobbiamo saper parlare il linguaggio dei giovani, dobbiamo aprirci a loro, Blanco nelle sue canzoni affronta il tema dei conflitti in famiglia, sa interpretare il dolore che c’è nei cuori di tanti ragazzi di oggi e con la sua musica infonde speranza».
Due anni fa presentai al Signore la supplica del mondo colpito dalla pandemia. La piazza era vuota. Questa piazza ha sofferto il digiuno, ma quando si digiuna poi si mangia di più
Eppure sul web, sui social, sono insorti tanti pastori della Chiesa. C’è chi come il vescovo di San Remo, monsignor Antonio Suetta, ha tuonato: «Blanco? Personaggio e messaggio non adeguati al contesto, scelta imbarazzante. Non fatelo cantare a San Pietro». Ma Francesco ha l’occhio lungo e ancora una volta, con la sua scelta, ha fatto centro: «È un bel segno di speranza», così lui stesso alla vigilia ha definito l’incontro. «Ha fatto proprio bene invece a invitare Blanco — eccepisce Mattia Travaini, venuto a Roma da Gambarare con don Dino —. Il Papa ha capito che noi giovani ci siamo un po’ allontanati dalla religione e allora ha chiamato qui degli artisti, come Blanco o l’influencer Gabriele Vagnato, che ci fanno ridere ogni giorno su Tik Tok e ci parlano d’amore, abbattono gli stereotipi».
Le liti, le guerre, le contese lascino posto alla
compren- sione, alla riconcilia-
zione. Sottolineare sempre questa
parola: riconcilia-zione
Papa Francesco
Dopo due anni di pandemia, sembra tornato finalmente il clima festoso delle Gmg, le giornate mondiali della gioventù, con italiani e stranieri (anche ucraini) che si abbracciano e fanno la ola. Quando Blanco inizia a cantare i ragazzi si girano tutti verso di lui con i loro cellulari a caccia di brividi. Brividi, già. Come il titolo della canzone con cui Riccardo Fabbriconi, 19 anni, in arte Blanco, quest’anno ha vinto Sanremo in coppia con Mahmoud. E sono loro stessi a spiegarti perché alcuni monsignori si sarebbero così tanto scandalizzati: «È vero, certi suoi testi sono un po’ spinti — dicono Camilla Faiulo e Alessia Lugli, del gruppo di Gambarare —, tipo quando nel brano Mi fai impazzire canta Sola col tanga te lo strapperei via…». «Quelli che si scandalizzano sono preti all’antica — chiosa Benedetto Bertaglia —. Il Papa invece è dalla nostra parte, noi siamo la generazione Z, gli ultimi arrivati. E lui ci capisce». «C’è chi vuol vedere il male dappertutto — interviene anche don Alberto Pastorello, giovane sacerdote che ha accompagnato a Roma i ragazzi di Conselve (Padova) —. Anche Blanco può essere d’aiuto se si riesce a creare un bel clima». E il clima è bello davvero. Tutti in visibilio per l’ex ragazzo dell’oratorio di Brescia che prima dei concerti dà sempre un bacio al crocifisso che ha sul petto. Blu celeste è un pezzo dedicato al fratello morto e Gabriel, Matteo, Caterina, della diocesi di San Marino-Montefeltro, ne conoscono le parole a memoria.
«Le liti, le guerre, le contese lascino posto alla riconciliazione», ha detto il Papa al Regina Coeli di mezzogiorno con il pensiero all’Ucraina. Ma ora si rivolge direttamente ai giovani, ricordando loro la Pasqua 2020, quando era da solo a pregare in questa piazza: «Presentai al Signore la supplica del mondo colpito dalla pandemia. Forse quella sera eravate anche voi nelle vostre case davanti al televisore. Sono passati due anni, la piazza era vuota. Questa piazza ha sofferto il digiuno. Ma quando si digiuna, poi si mangia di più perché si ha fame. Ed oggi è piena di voi».