Nel comizio conclusivo della campagna elettorale Enrico Letta ha usato un taglio colloquiale da diaristico resoconto di un curioso viaggio d’ascolto , non enfatizzando i riflessi nazionali del risultato che scaturirà dalle elezioni del 3-4 ottobre. Solo una sua (improbabile) sconfitta segnerebbe una svolta dagli effetti traumatici. Il tema sotteso, sia nel collegio uninominale 12 dove il leader del Pd corre, che in altri dei 31 Comuni toscani chiamati al voto, è la tenuta o meno dell’alleanza con il M5S, più o meno esplicita e siglata a fatica: sarà da verificare, con prudenza e non traendo previsioni univoche e generalizzabili. Nel collegio senese-aretino, che ha avuto i riflettori i puntati soprattutto per l’acceso confronto sul destino del Monte dei Paschi e l’eventuale aggregazione con Unicredit, i pentastellati non hanno presentato una loro lista, assicurando così un appoggio indiretto alla compagine di centrosinistra. La loro più polemica componente farà confluire i suoi suffragi su Mauro Aurigi, in particolare nel capoluogo, ma pure questo è episodio atipico. A Grosseto sarà interessante esaminare come potrà svilupparsi l’esile feeling. A dominare la scena è il sindaco uscente Antonfrancesco Vivarellli Colonna , che ha incassato una certa popolarità dimostrando polso fermo nelle decisioni e prefigurando un uso mirato e incisivo dei fondi del Pnrr. Situazione non dissimile da quella di Sesto, dove la sinistra ha formato un fronte piuttosto ampio, non privo di interne contraddizioni, che metterà a dura prova Italia Viva: altro punto nodale nel complicato panorama della Regione, che sconsiglia proiezioni valide oltre la mappa del presente. Al più si può affermare che sembra riprendere in modo confuso quota una sorta di nuovo bipolarismo. Posizioni di mediazione centrista non hanno registrato i consensi desiderati. Il fenomeno del cosiddetto civismo ha teso a coprire opzioni di centrodestra a trazione leghista. Ciò non significa che non ci siano chances per un suo incardinamento nell’area opposta: la scelta di dar vita ad una lista sotto la semplice dizione «Con Enrico Letta» non è espressione di una voglia di protagonismo personale, ma il sintomo di una reviviscenza dell’Ulivo e di un mai decollato progetto pluralista del Pd. Da ultimo, poi, hanno fatto irruzione nel discorso pubblico sentenze che hanno confermato il ruolo tuttora rilevantissimo che l’azione della magistratura – calcolata o meno che sia – conserva. Che effetto avrà nell’orientamento di tanti l’assoluzione in primo grado di tutti, tranne uno, gli imputati di bancarotta fraudolenta per Banca Etruria? E l’inchiesta sui finanziamenti illeciti erogati a Fratelli d’Italia? E la severa condanna di Mimmo Lucano? Le elezioni si svolgono in un’Italia spinta a trovare una concordia non formale per sintonizzarsi con le politiche europee, ad avviare impegnativi processi di riconversione degli assetti economici e di una difficile transizione ecologica. La consultazione amministrativa per quanto ampia non dovrà dar luogo ad una lettura semplificata. E la Toscana offrirà spunti utili – se analizzati nelle loro embrionali peculiarità – a scoprire individuabili dinamiche nazionali ad oggi non già radicate e irreversibili.
Roberto Barzanti
“Corriere Fiorentino”, 3 ottobre 2021.