Cosa ci dice davvero lo spostamento di Buyfood da Siena a Firenze: l’inefficienza della Giunta De Mossi sul Cibo
di Pietro Iantorno
Molto rumore ha fatto lo spostamento di Buyfood l’iniziativa sul cibo promossa dalla Regione Toscana, dalla sede di Siena a Firenze. Le levate di scudo per difendere Siena sono state molte e trasversali: dalla neo assessora Fattorini alla deputata PD Susanna Cenni
“L’obiettivo della manifestazione – si legge sul sito ufficiale della stessa – è accrescere la conoscenza e l’apprezzamento delle eccellenze agroalimentari, agendo sull’ampliamento di percorsi di internazionalizzazione delle imprese oltre che sul consolidamento della loro conoscenza a livello nazionale”. Sempre dal sito si apprende che BuyFood Toscana è un evento di Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, organizzato da Fondazione Sistema Toscana e PromoFirenze.
Dunque non c’è molta traccia della partecipazione di istituzioni senesi. Va da sé che la nostra città è solo usata come location. Tutti i commenti dello spostamento si sono incentrati sul fatto che Siena meritava che la manifestazione restasse nella sua location originaria per la sua forte vocazione all’agro alimentare. E su questo non c’è alcun dubbio. Ma una domanda sorge spontanea: oltre all’impegno di Centri di ricerca dell’Università o di Fondazioni private o delle associazioni di categoria, cosa fa il Comune di Siena – l’Istituzione che deve guidare le politiche sul territorio – sul cibo? Molte città si sono dotate e si stanno dotando di “Politiche locali del cibo” che con termine inglese vengono dette Food Policy. Si tratta di vere e proprio carte del cibo che mettono al centro il valore economico ma anche sociale e culturale del cibo mettendo insieme attori diversi che vanno dai consumatori, ai produttori, agli attori istituzionali e sociali delle comunità. Lo sa bene Anci Toscana che sta lavorando su questo tema e sta promuovendo iniziative partecipative per arrivare ad una Policy del cibo regionale. Non sappiamo il Comune di Siena e la Giunta De Mossi che fa su questo punto. O meglio sappiamo bene cosa non fa. Lo sanno bene le 3000 famiglie che mangiano ogni giorno un pasto della mensa dell’azienda partecipata del Comune ASP di Siena che dà da mangiare alle bambine e ai bambini e agli anziani nelle scuole e nelle RSA comunali.
Si tratta per lo più di cibo processato che nulla ha a che vedere con la qualità e la tradizione dell’ agroalimentare cittadino, soprattutto non crea valore per i produttori locali e non crea sostenibilità ne economica ne sociale. Il Cibo è sempre stato elemento sacro: attraverso il cibo passano i riti religiosi e i saperi di un luogo e di una cultura. Attraverso il cibo passano oggi scelte che hanno ricadute sul pianeta e sulla salute di noi tutti. Politiche corrette sul cibo aiutano a combattere obesità e malattie metaboliche facendo risparmiare denaro alla sanità pubblica. Un miglioramento degli sprechi aiuterebbe a consumare meno energia e quindi a ridurre i conflitti nel Pianeta. Potrei continuare con molti altri esempi. Nulla di tutto ciò è presente nelle politiche del Comune di Siena se non episodici eventi “commerciali” dove il cibo anche quello del territorio è ridotto a merce. Non deve sorprendere che Buyfood lasci la nostra Città: una Amministrazione comunale che non ha nessuna strategia sul cibo non può pretendere nulla. L’unica eccellenza che il sindaco De Mossi può proporre è la scatoletta di tonno che molto spesso ha fatto mangiare ai bambini e alle bambine della sua città nel corso di questa pandemia. #buyfood
(riceviamo e pubblichiamo)