Ben quattro candidati si danno battaglia nella città del Palio. Mentre nel capoluogo regionale la lotta si sposta nelle assemblee dei delegati, con Base riformista in allerta
di Ernesto Ferrara
A Siena un groviglio di correnti e sottocorrenti si impadronisce del congresso cittadino del Pd e soppianta l’unità celebrata solo un mese fa da Letta. Ma i veleni affiorano anche a Firenze, dove pure si va verso congressi con candidati unici: dietro una finta unità sui segretari in pectore Andrea Ceccarelli e Monica Marini covano in realtà dissidi e guerre tra l’area zinga-lettiana e i lottiani di Base Riformista. E questo per non dire di Lucca, dove il 19 si svolgono le primarie cittadine per il candidato sindaco 2022: si sfidano due assessori, Francesco Raspini che è sostenuto dall’uscente Tambellini, e Ilaria Vietina, profilo più di sinistra. Ma a Lucca la minaccia per i Dem è un’altra ed è esterna, si chiama Giorgio Del Ghingaro: il sindaco viareggino potrebbe tentare l’arrembaggio al capoluogo di sponda con Calenda e Renzi, tra cui in lucchesia si è saldato un asse. Un’operazione a cui il big lucchese del Pd Andrea Marcucci pare non guardi con chissà quale sfavore. E per Enrico Letta, atteso sabato proprio a Lucca per benedire le primarie, un complicato intrigo toscano è già sul tavolo.
«Ha vinto l’unità» esultava lo scorso 4 ottobre il leader nazionale del Pd brindando in piazza del Campo alla vittoria alle suppletive. E a nessuno sfuggì che il suo era un messaggio nazionale ma aveva anche una valenza per Siena, il vecchio bastione della sinistra toscana caduto in mano ad un sindaco leghista nel 2018: « Dobbiamo provare a riprenderci Siena e l’unità sarà fondamentale » , ha del resto detto e ripetuto per tutta la campagna elettorale Letta. Ma due mesi dopo quelle parole sembrano già vuote e consumate. Perchè nella città in cui il segretario ha celebrato l’unità ritrovata il Pd si è infilato nel solito antico groviglio e oggi si mostra spaccato fra correnti, sottocorrenti, riti e sottoriti. Se per la segreteria provinciale mette tutti d’accordo il bis di Andrea Valenti, fedele scudiero di Letta in 10 mila chilometri di pellegrinaggi senesi, per la segreteria cittadina Pd una sanguinosa resa dei conti è in corso. Addirittura quattro candidati: Massimo Roncucci, Giulia Mazzarelli, Guido Leoncini e Simone Petricci. « Roba da pazzi. Tra due anni dobbiamo provare a riprenderci il Comune e ci spacchiamo in 4 per la segreteria, ma dove si vuole andare? » analizza un dirigente del Pd toscano.
Storia molto senese. Di contrade e veleni cittadini. E in mezzo i quattro candidati. Il primo, Roncucci. segretario uscente, è vicino alla sinistra dem e all’area del segretario Letta, di cui fa parte anche l’assessore regionale senese Simone Bezzini, che qualcuno non esclude possa correre da sindaco nel 2023; la seconda, Mazzarelli, è considerata vicina alla segretaria toscana Simona Bonafè e all’ex sindaco Franco Ceccuzzi, anche lui tentato dall’idea di ricandidarsi nel 2023. Roncucci e Mazzarelli alla fine potrebbero trovare un accordo. Il terzo candidato è espressione dell’area riformista, quella degli ex renziani vicini all’ex sindaco Bruno Valentini e all’ex deputato Luigi Dallai. Petricci è invece un ex Ds, vecchia guardia del partito, vicino a Sandro Vannini, difensore civico regionale, figura di riferimento del governatore Eugenio Giani in città. Letta resterà a guardare o interverrà?
A Firenze niente competizioni in campo aperto ma grandi tensioni in casa Pd. L’area zinga- lettiana, che ha fatto accettare obtorto collo a Base Riformista Andrea Ceccarelli in città e Monica Marini in provincia, ora si sta prendendo, di sponda coi nardelliani, le assemblee dei delegati, con percentuali vicine al 65- 70%. E in effetti sia a livello comunale che metropolitano è un Pd che sta cambiando volto, più di sinistra e con figure inedite: dal capo dei rider Yftalem Parigi all’ex coordinatrice di Nosotras Laila Abi Ahmed, attivista etiope vittima di tratta. Ma non è il solo motivo di disappunto dei lottiani: « Il punto è che qui c’è qualcuno che vuole permettere che l’area massimalista del Pd si prenda l’egemonia a Firenze » contesta più di un esponente di quell’area citando ad esempio l’iniziativa “ Più radicalità per più progresso” organizzata per stasera alle 21 col vicesegretario nazionale Peppe Provenzano al circolo dell’Isolotto con volti come Monni, Fossi, Staino, Rossi, Melio e la segretaria Cgil Galgani, modera Andrea Giorgio. Deriva troppo a sinistra e senza anima riformista, è arrivata a contestare persino la segretaria regionale Simona Bonafè agli organizzatori. Dario Nardella però sarà su quel palco stasera: non è mai stato così lontano da Lotti. E anche per questo se ne vedranno delle belle nel Pd fiorentino.