Senza un intervento del governo nel 2022 il costo della bolletta di luce e gas potrebbe essere di 1200 euro a famiglia è stata fatta ieri da Nomisma secondo la quale l’aumento dei prezzi dei beni energetici, parte importante dell’attuale fiammata inflazionistica che preoccupa tanto le banche centrali americana e europea quanto i governi, potrebbe essere pari al 17% ma anche fino del 25%. Più preoccupanti sono le stime dell’associazione dei consumatori Consumerismo. Nel 2022 gli aumenti potrebbero portare la spesa della famiglia tipo per le bollette di luce e gas a 3.368 euro all’anno. Un incremento di 1.227 euro rispetto alla spesa sostenuta nel 2021. L’associazione ritiene che il governo dovrebbe trovare almeno 10 miliardi. Per Unc la «stangata» sarebbe «solo» da 815 euro: 136 per la luce e 679 per il gas.
Legambiente ieri ha spiegato che con le rinnovabili e l’efficienza energetica si potrebbero risparmiare 1 miliardo di euro da qui al 2030 e ridurre del 50% la spesa energetica degli edifici. Tuttavia, ancora oggi in Italia, non è stata definita una politica diversa dalla pioggia di incentivi slegati da una visione comune. La legge di bilancio potrebbe essere un’occasione per rimediare. Secondo i dati di uno studio Elemens «Ridurre le bollette accelerando la transizione ecologica» un ripensamento della spesa energetica in 1,3 milioni di edifici fino al 2030 potrebbe portare a 1,1 miliardi di risparmio in bolletta per i consumatori e un calo del 50% della spesa energetica, creare 170 mila nuovi posti di lavoro tra il 2021 e il 2030, con un risparmio di emissioni climalteranti di 30 MtonCO2 e una riduzione dei consumi energetici di 10 Mtep. Sarebbero pari a 150 miliardi i nuovi investimenti mobilitati nello stesso periodo. 2,5 milioni i consumatori coinvolti.
L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha sostenuto che nel 2021 ci sarà il record di nuove fonti rinnovabili. Ma questa accelerazione non è ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo della Cop26 di zero emissioni intorno a metà secolo.
Mentre si tracciano scenari la politica ha il fiatone. È impegnata nella ricerca di somme crescenti e probabilmente insufficienti per calmierare l’aumento dei prezzi e evitare di bruciare l’inconsistente, e occasionale, distribuzione dei bonus fatta nella pandemia e l’annunciata distribuzione degli 8 miliardi, 7 per il taglio dell’Irpef a beneficio soprattutto dei redditi medio-alti, e 1 per l’Irap. La Lega sta cercando di intestarsi il tema da giorni. Ieri sono intervenuti i sindaci del Carroccio che hanno chiesto al governo un fondo apposito. Prima del Covid i comuni pagavano circa 1,7 miliardi di euro per l’energia elettrica. Oggi dovranno sborsare il 30% in più, circa 550 milioni di euro. In realtà tutte le forze della maxi-maggioranza premono su Draghi. Per Letta (Pd) «è una questione essenziale per evitare una ripresa azzoppata». Lo è già ora e la coperta della legge di bilancio è corta.