Effetto Brexit, Muiesan è un luminare del fegato, lavora a Birmingham. Morabito al Meyer da Manchester.
michele bocci
Uno degli assi europei della chirurgia del fegato potrebbe venire a lavorare a Careggi, facendo crescere l’attività dell’ospedale e aprendo anche a una novità epocale nell’organizzazione sanitaria regionale. Nel giorno in cui al rettorato si presenta Antonino Morabito, nuovo ordinario di chirurgia pediatrica proveniente da Manchester che dal primo maggio sarà al Meyer, si continua a lavorare anche sull’ipotesi di un altro grande “ acquisto”, in arrivo sempre dall’Inghilterra. Le conseguenze della Brexit sulla sanità toscana non sono concluse. Forse l’atmosfera meno favorevole agli europei che si respira in quel Paese è uno degli elementi che spinge anche i medici a rientrare.
Paolo Muiesan lavora al Queen Elisabeth hospital di Birmingham e ormai da tempo è stato contattato dall’Università e da Careggi che lo hanno invitato a trasferirsi. Il sistema sarebbe quello della chiamata diretta, già utilizzato per il cardiologo Carlo Di Mario, pure lui proveniente dal Regno Unito. L’arrivo di Muiesan alzerebbe il livello della chirurgia epatica di Careggi ma soprattutto introdurrebbe un altro tema. Il medico infatti si occupa di trapianti e quelli di fegato da sempre in Toscana si fanno a Pisa. «Certo se arriva uno come lui è difficile pensare che non faccia quel tipo di intervento » , dicono nell’ospedale fiorentino. La cosa potrebbe aprire un problema con l’ospedale di Pisa ma dallo stesso Centro nazionale trapianti (Cnt) fanno notare come la Toscana, visti i suoi numeri, potrebbe anche avere due strutture dove ci si occupa del fegato, magari con casistica e metodiche di trapianto diverse.
Il momento è delicato anche perché di recente proprio il Cnt ha inviato una lettera alla Toscana dove, dopo aver ricordato come la nostra regione sia la migliore d’Italia e non solo per la raccolta degli organi, segnalava alcuni problemi. Tra questi c’erano anche difficoltà da parte di Pisa, più sul rene che sul fegato in realtà. La chirurgia pisana ha risposto al Cnt ricordando i suoi dati e le sue eccellenze. Sta di fatto che nello stesso documento si parlava anche dell’opportunità di uscire dall’organizzazioni basata sui centri per promuovere una rete. Del resto l’operazione Muiesan ha delle possibilità di andare in porto solo se si offre al chirurgo la possibilità È a Firenze da circa un un anno e mezzo ma già vorrebbe lasciare Careggi. Carlo Di Mario, presentato nell’estate 2016 dal rettore Luigi Dei e dall’allora direttore generale Monica Calamai come uomo destinato a rinforzare la cardiologia, in particolare quella interventistica, è pronto ad andarsene. Come confermano dal Piemonte, è uno dei candidati al concorso per ordinario di cardiologia del policlinico di Novara. Se vincerà, saluterà l’ospedale toscano con largo anticipo rispetto alla scadenza del suo contratto triennale. Modenese, era arrivato dall’Imperial College e dal Royal Brompton hospital di Londra grazie a una chiamata diretta, autorizzata e in parte finanziata dal ministero dell’Università. Un altro medico di livello che tornava dall’Inghilterra verso l’Italia. L’Università fiorentina aveva lavorato alcuni mesi per chiudere la partita, che è passata appunto anche da Roma. Di Mario doveva occuparsi in particolare di valvole, e come aveva annunciato lui stesso in un’intervista a Repubblica, prevedeva di attrarre molti pazienti da fuori, anche dall’estero, grazie al nome che si era fatto a Londra. Non è chiaro perché Di Mario vuole andare via. Careggi ha da sempre una struttura cardiologica e cardiochirurgica piuttosto forte e forse anche per questo l’introduzione di Di Mario non è stata accolta molto bene. E se qualcuno avanzava dubbi sulla qualità del suo lavoro, lui probabilmente non ha gradito di non essere stato messo al capo del dipartimento cariologico e dei vasi.
– mi.bo.
di fare i trapianti. Un professionista come lui non si sposterebbe se non per quello. Tra l’altro pare che abbia già fatto capire che un eventuale trasferimento in Toscana potrebbe essere soltanto a Careggi.
L’università, a partire dal rettore Luigi Dei, va avanti con i tentativi di chiudere anche questa operazione. Intanto però si gode l’arrivo di Antonino Morabito, uno dei massimi esperti delle malformazioni intestinali pediatriche che al Meyer guiderà il dipartimento chirurgico. « Si realizza il sogno che avevo da bambino: quello di fare ricerca e attività chirurgica, formare i giovani in un ospedale pediatrico del mio Paese», ha detto ieri in rettorato Morabito, che è originario di Terni. «Spero che qui nasca una scuola, voglio fare qualcosa di buono » , aggiunge. Oltre che di malformazioni dell’intestino, problemi molto rari, da 10 casi all’anno in Italia, si occuperà di tutta la chirurgia addominale del pediatrico. Sia in sala operatoria che come capo del dipartimento. « Era dagli anni Sessanta che il Meyer non aveva un professore ordinario di chirurgia pediatrica ha detto il direttore del policlinico Alberto Zanobini – Questo fa già capire l’importanza di questa operazione anche dal punto di vista della formazione e della didattica. Con questo nuovo innesto promuoviamo un progetto complessivo di crescita dell’ospedale » . Il rettore Luigi Dei ha commentato spiegando che l’Università « continua con la politica dei concorsi aperti volti a reclutare le migliori eccellenze su scala internazionale. È l’unica strada per costruire un’Università proiettata nel futuro che faccia del merito, della valutazione e della trasparenza le sue leve per una formazione e una ricerca di elevatissima qualità » . Se anche l’operazione Muiesan andrà avanti come sperano in Ateneo e i n alcune chirurgie universitarie di Careggi, arriverà un altro innesto da fuori. Del resto l’Università fiorentina, come molte altre del nostro Paese, dal tempo in certi settori non forma più professionisti di alto livello.