Berlusconi prepara il videomessaggio, Veltroni si scalda a bordo campo

L’editoriale del direttore Nico Perrone

ROMA – L’unica che con tenacia insiste, insiste e non molla, è la capa di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Io lavoro per andare a votare il prima possibile ed è quello che chiederò subito dopo l’elezione del capo dello Stato, a prescindere dal fatto che Mario Draghi si candidi o meno”, ha detto nel corso di un confronto con il dem Dario Franceschini, che subito la mette a confronto col virus: “Siamo ancora in piena pandemia, come dimostrano le mascherine che indossiamo – ribatte il ministro della Cultura – ci aspetta un anno molto complicato, non vedo una ragione razionale al mondo per andare a votare, solo perché si immagina che ci sia una convenienza personale. La legislatura deve arrivare alla fine – ragiona Franceschini – a prescindere dell’elezione del presidente della Repubblica”.

 

Sul fronte del centrodestra, il Cavalier Berlusconi è in piena attività. Crede alla possibilità di arrivare sul Colle e tra i parlamentari esplode il chiacchiericcio: Silvio sta preparando il videomessaggio per conquistare il cuore delle mamme e degli italiani. Gli mancano solo 50 voti? Con tutti i soldi che ha potrebbe comprarsi chi vuole in questo Parlamento pieno di voltagabbana. Ma no, sa che non ce la farà ma vuol essere al centro delle trattative, dare il suo ok sul candidato. Come premio si accontenterà di essere eletto senatore a vita dal nuovo inquilino del Quirinale.

 

Si parla e si continua a mettere i nomi dei possibili candidati in piazza – Amato, Casini, Cartabia, Gianni Letta… – per bruciarli. Vero che la partita del Quirinale stavolta è più complicata che mai. Ragionando sui leader in campo è chiaro che la partita di ognuno si scontra con gli interessi di tutti gli altri, a partire dai magnifici 1.000 parlamentari pronti a montare sulle barricate pur di arrivare alla fine della legislatura. Allora chi? Chiaro che c’è ancora qualcuno che spera in Mattarella, che accetti di prolungare e così ‘cristallizzare’ l’attuale maggioranza che tiene Draghi a Palazzo Chigi. Come è chiaro che se il premier dovesse rompere gli indugi e dare un cenno, magari nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, è assai probabile che la partita finisca al primo voto.

 

Però, però sono ancora tante le incognite, e allora via con altri scenari. Ad esempio, tra i parlamentari del centrosinistra c’è chi pensa, nel caso Draghi abbia altri piani per sé, che un candidato ‘appetibile’ – se non per tutto il centrodestra – almeno per il Cavaliere di Forza Italia, e per il M5S di Giuseppe Conte, potrebbe essere Walter Veltroni, primo segretario del Partito Democratico. Veltroni più volte ha duellato e si è confrontato proprio con Berlusconi, da cui ha avuto sempre parole di apprezzamento. Chissà.

 

In rete si trova ancora il suo primo libro – descrizione: legatura a colla. Sguardi: ingialliti lievemente – scritto nel 1990 per Editori Riuniti dal titolo che oggi suona profetico: “Io e Berlusconi”. Dal 1986, disse Veltroni dopo un confronto sulle riforme: “Con Berlusconi c’è conflitto di culture, di programmi e di valori, e tuttavia c’è anche rispetto reciproco… Con Berlusconi c’è stata la condivisione che bisogna passare ad un nuovo bipolarismo, da un bipolarismo forzoso ad un bipolarismo fondato sulla coesione programmatica”. Che potrebbe benissimo trasformarsi in una nuova Bicamerale stavolta presieduta dal senatore Berlusconi. Chissà.

 

 

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