Il caso Estra, le tensioni nazionali
Giorgio Bernardini
AREZZO Ferri corti nella maggioranza guidata da Alessandro Ghinelli. La lotta nel centrodestra dopo la trattativa per eleggere il nuovo (vecchio) presidente della Repubblica è rimbalzata sui territori. Ad Arezzo la lotta nella coalizione era già in corso da mesi sul fronte Estra, ma le vicende romane hanno spinto la faccenda più in là: Fratelli d’Italia sfida gli alleati minacciando di non partecipare al Consiglio comunale finché il sindaco non avrà convocato una verifica di maggioranza. Ghinelli, convalescente dopo un affaticamento cardiaco, preferisce non commentare. Ma il regolamento di conti si terrà molto presto alla sua presenza.
Tutto parte dall’equilibrio armato della maggioranza aretina, che conta 6 rappresentanti in Consiglio comunale della Lega, 6 di FdI, 6 della lista civica del sindaco e 2 di Forza Italia. Il Carroccio nelle scorse settimane, ha tirato il primo siluro: un’interrogazione che chiedeva a Ghinelli di conoscere, «in nome della trasparenza», eventuali consiglieri comunali che hanno rapporti professionali con il sistema Coingas/Estra. Un attacco a viso aperto al presidente Francesco Macrì, vicino a FdI, il cui ruolo è già messo in discussione dalla delibera di Anac che ha definito «inconferibile» il suo incarico (il ricorso al Tar di Macrì avrà risposta venerdì 11 febbraio). Il gruppo FdI non ci sta e appena può punge l’avversario-alleato: qualche ora dopo la rielezione di Sergio Mattarella, complice il clima avvelenato a livello nazionale, lancia l’appello: «A chi si sente deluso o tradito da dinamiche locali e nazionali incomprensibili che indeboliscono e lacerano il centrodestra, in FdI troverete sempre una casa comune!». Un invito ai leghisti e ai forzisti per cambiare casacca. L’appello fa traboccare il vaso e spinge il Carroccio a una replica al vetriolo firmata assieme ai berlusconiani: «Che i voltagabbana vadano pure se vogliono». Il resto è storia delle ultime ore, con stoccate e veti, liti sui social e comunicati minacciosi.
Non sono un segreto, ad Arezzo, le legittime mire della Lega sulla presidenza di Estra. Non lo sono nemmeno le energiche azioni di Francesco Macrì nella gestione della partecipata. Potere e personalismi, tuttavia, sembrano arrivati ad un grado che solo il sindaco Ghinelli, con un «chiarimento strategico», può riportare ad una situazione di convivenza. Ne va della sua maggioranza.
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