Nel Nagorno-Karabakh la situazione si sta “deteriorando, la gente continua ad essere uccisa e questo è inaccettabile”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, a proposito della crisi nella regione caucasica tra Azerbaigian e Armenia
Dopo una settimana di bombardamenti su Ganja e Stepanakert, la città autoproclamatosi indipendente dall’Azerbaigian e riconosciuta solo da tre stati non appartenenti all’ONU, e l’ultimatum del presidente azero, Ilham Aliyev, all’Armenia, la guerra continua. Il Cremlino annuncia un deterioramento inaccettabile che costa vite umane. Mosca interviene nel conflitto tramite Il portavoce Dmitrij Peskov: in questa fase “siamo molto attivi dal punto di vista diplomatico”, sottolineando come “la Russia è uno dei Paesi che può mediare per la soluzione di questo conflitto. Rimaniamo estremamente preoccupati per quello che sta succedendo e crediamo che le parti debbano cessare il fuoco e sedersi al tavolo dei negoziati”. La regione di Nagorno-Kharabakh è contesa tra secessionisti armeni (sostenuti dall’Armenia) e forze azere di Baku. “Erevan (Capitale dell’Armenia, ndr) deve riconoscere l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, scusarsi con il suo popolo e ammettere che la regione contesa non fa parte dell’Armenia”, ha dichiarato qualche giorno fa il Presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. Un ultimatum, rimasto inascoltato, supportato dalla Turchia dichiaratamente determinata ad aiutare l’Azerbaigian a “recuperare le terre occupate” nel Nagorno Karabakh. Dichiarazioni pubbliche (quelle turche) che, su richiesta dell’Armenia, hanno costretto la Corte di Strasburgo a intervenire sulla vicenda: “Tutti gli stati, compresa la Turchia, implicati direttamente o meno nel conflitto in Nagorno-Karabakh devono astenersi da tutte le azioni che possano contribuire alla violazione dei diritti dei civili e rispettare gli obblighi imposti dalla convenzione europea dei diritti umani”. La guerra tra Armenia e Azerbaigian è monitorata anche dall’Iran: “Vogliamo che l’Armenia restituisca queste terre occupate all’Azerbaigian, ha dichiarato Ali Akbar Velayati, influente consigliere per la politica estera della Guida Suprema iraniana. “Noi rispettiamo l’integrità territoriale di tutte le nazioni, che è uno dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, ha ribadito Velayati spiegando che: “Nel caso specifico, il territorio di un paese è occupato da un altro Paese. Parti del sud della Repubblica dell’Azerbaigian, circa sette città sono occupate dall’Armenia. Sono state adottate quattro risoluzioni delle Nazioni Unite, che chiedono agli armeni che hanno occupato queste parti dell’Azerbaigian di tornare nei confini internazionali”.