di Ernesto Ferrara «La multiutility regionale va fatta.
Credo che possa essere funzionale ai bisogni dei territori e alla qualità dei servizi ai cittadini». Il sindaco di Siena Luigi De Mossi, civico vicino alla Lega, rompe il fronte del centrodestra toscano e dice sì al progetto di una nuova mega società dei servizi pubblici lanciato nei mesi scorsi dalle giunte Pd di Firenze e Prato: «È un’idea di Nardella, che è di un’altra parte politica? Pazienza.
Appena vidi la proposta lo chiamai e mi dissi subito d’accordo. Le amministrazioni passano, la Toscana resta. A livello politico si sta affermando una certa dinamicità, le città cambiano colore. Ci sono Comuni che hanno un’appartenenza ma non è detto che domani non cambino le cose. Chi l’avrebbe mai pensato 15 anni fa che tutto il sud della Toscana, Siena, Arezzo e Grosseto, fossero governate dal centrodestra, e lo stesso Pisa? Non dobbiamo interrogarci sulla primogenitura ma sulla bontà del progetto. Niente ideologie e pregiudizi: l’importante sulla multiutility ora è declinare bene il progetto, con compensazioni ed equilibri» dice De Mossi proponendo un “patto” a Firenze: «Sul tavolo, che non è un mercato sia chiaro, vorrei che accanto alla multiutility mettessimo anche infrastrutture e collegamenti, ferroviari e stradali. La Toscana deve crescere insieme».
De Mossi, lei è il primo sindaco di centrodestra a sciogliere davvero le riserve sulla multiutility, perché?
«Perché l’idea ha una serie di caratteristiche che rispondono alla visione del mio Comune e credo di uno sviluppo coerente e moderno della Toscana. Non ne faccio una questione politica ma di servizi. Di economie di scala per la comunità. Di razionalizzazione dei costi. E di risorse economiche che potranno rimanere sul territorio permettendo di far crescere i nostri territori anche in termini occupazionali».
Eppure dubbi fioccano dai suoi colleghi di Pisa e Pistoia. E anche Arezzo non pare convinta.
«Sono un convinto assertore della necessità di una multiutility. Però è chiaro che l’idea adesso va applicata bene. Ci sarà da trovare un equilibrio fra i Comuni. E io credo che il criterio più efficiente per arrivarci sia quello di lavorare sul rapporto tra rappresentanza e ripartizione degli utili. La rappresentanza dovrà tenere conto di tanti componenti: numero di abitanti, contribuzione dei singoli Comuni. Ma non è possibile che tutti siano rappresentati negli organi. E allora si potrebbe trovare un equilibrio in termini di dividendi e di ripartizioni degli utili ai soci».
Perchè Estra fa resistenza?
«Non ho avuto segnali di questo genere. Ma purtroppo, e lo vedo anche in tante cose che riguardano il mio Comune, c’è sempre un principio di conservazione dello status quo. Ci parlerò, con Estra, ma l’obiettivo è quello di stare in un organismo più ampio, che dia più garanzie alle partecipate e a chi ci lavora. Non ho nulla contro chi gestisce oggi i vari servizi. Ma sta di fatto che i soldi emigrano in altre regioni. Non dobbiamo più pensare ad una autoreferenzialità sciocca. E poi il coordinamento, o addirittura il conferimento di varie società in una più grande, non ha che uno scopo: rendere più solide le società, creare in fondo uno scenario favorevole per i dirigenti e per dipendenti Se qualcuno perderà qualche posizione importante mi dispiace, ma capita».
Sta rivolgendo un appello al centrodestra toscano?
«Non mi permetto di dare indicazioni ai miei colleghi sindaci, ma conoscendo bene anche i sindaci dei capoluoghi a me vicini credo che siano disponibili a stare al tavolo.
Altri sono più raffinati, io ho una visione più industriale, vengo dal mondo delle partite Iva. Ma chi governa, destra o sinistra che sia, deve dimostrare ai suoi cittadini di fare bene per loro non per il proprio partito. Quando ci si metterà a sedere per capire come si allocano i pesi in termini di rappresentanza e di utili credo che ci saranno tutti».
Cosa chiede Siena sulle infrastrutture?
«Su trasporti e collegamenti Siena è molto penalizzata. Io sogno l’Alta velocità tra Siena e Firenze, ma sono sicuro la vedrebbero i miei nipoti. Intanto stiamo lavorando con Ferrovie per togliere vari passaggi a livello.
E poi occorre migliorare le strade.
Nel pacchetto di discussione regionale, non dico per compensare, ma possiamo pensare che siccome creiamo una multiutility che armonizza la gestione dei servizi sul tavolo mettiamo anche i trasporti per il sud della Toscana».
E’ preoccupato per lo spezzatino di Mps?
«Se le istituzioni collaborano si ottengono benefici. Io su Mps ho collaborato sia col presidente della Provincia Franceschelli che col governatore Giani.
Fare fronte comune aiuta».
Dopo il Quirinale il centrodestra toscano si mostra divisoe rischia grosso alle amministrative. Cosa serve?
«Io le cose le vedo dal basso. Servono gli amministratori. Cito Vivarelli Colonna, Ghinelli, Conti, Tomasi. Serve ci sia la dimostrazione che il centrodestra sia capace di governare. Il vero dato è quello. A Siena i primi tempi c’era chi pensava che saremmo durati sei mesi o un anno. Io credo che il centrodestra si debba togliere le ideologie e il clima nazionale come metro di azione. Questo è il senso della mia spinta per la multiutility: Siena ne trarrà un beneficio, come la Toscana. E questo conta».