il fenomeno
Spesso anche chi aveva già comprato il biglietto rinuncia. Giorgetti: “ Per noi stagione oltre le aspettative” Per i film incassi crollati dell’ 80%. “ Il divieto di consumare cibo e bevande ha alimentato la paura”
di Barbara Gabbrielli
La scure di Omicron si è abbattuta anche su teatri e sale cinematografiche. Da Natale a oggi, presenze e incassi sono andati giù con lo stesso ritmo con cui contagi e quarantene sono schizzati alle stelle. E l’emorragia non accenna a finire, tra spettacoli che saltano a causa di compagnie decimate dal virus, poltrone vuote, prevendite ai minimi e soprattutto la paura che sta avendo la meglio sull’abitudine, faticosamente riconquistata, di sedersi insieme ad altre persone davanti al palcoscenico o al grande schermo. A salvarsi è chi, con lungimiranza, aveva lanciato una stagione teatrale “breve”, chiudendo la prima parte della programmazione al 31 dicembre.
A Firenze lo ha fatto, per esempio, il Teatro di Rifredi. « Già nell’ultima settimana era evidente che stava accadendo qualcosa» dice il direttore artistico Giancarlo Mordini, che racconta di defezioni per quarantena, almeno una quindicina a sera. «Tra telefonate, richieste di cambi e tentativi di rimettere in vendita i biglietti, la gestione è stata faticosa. Per lo spettacolo del 31 abbiamo abbassato i prezzi, ma alla fine non c’è stato il tutto esaurito come è sempre successo qui da noi. Ora ci prendiamo una pausa per capire l’andamento della situazione».
Inevitabile fare i conti con la pandemia. Al Teatro Verdi le “ assenze” di chi aveva già il biglietto hanno anche superato il 20%. Mercoledì sera, ad esempio, allo spettacolo di Massimo Ranieri il 20- 25% degli spettatori non si è presentato. «Un fenomeno che ha riguardato soprattutto gli spettacoli recuperati dall’anno precedente » spiega Claudio Bertini, responsabile della stagione teatrale e dei concerti del Verdi. In controtendenza la Pergola: « La stagione sta andando oltre le aspettative, anche grazie al graduale ritorno degli abbonati. Gli acquisti dei biglietti avvengono più a ridosso della recita e, per tutelarsi di più, si predilige il palco rispetto alla platea » spiega Marco Giorgetti, direttore generale di Fondazione Teatro della Toscana.
In questo inizio anno, tuttavia, le prevendite sono al palo, anche quando si tratta di personaggi molto amati. Tengono le dita incrociate al Teatro delle Arti di Lastra a Signa per lo spettacolo di Alessandro Benvenuti del 14. « Sarà la cartina di tornasole» dice il direttore artistico Gianfranco Pedullà. Al Verdi, “La piccola bottega degli orrori” con Giampiero Ingrassia, per il momento riempie appena la metà dei posti. E il toscano Lorenzo Baglioni, che questo weekend sarà al Teatrodante di Campi, ha una manciata di prenotazioni. « Comprare un biglietto, in questo clima di totale incertezza, è psicologicamente difficile, lo capisco » ammette Bruno Savelli, direttore artistico di Teatrodante. « In questi giorni stiamo subendo un calo drammatico delle presenze. Domenica scorsa avevamo in sala solo 60 persone».
Resistere. È questo il mantra, anche se alcune date sono già state annullate. Il Teatro del Maggio ha dovuto rinunciare a un concerto di Zubin Mehta e a quello dell’Orchestra Filarmonica di Monte Carlo con Martha Argerich di lunedì. Anche al Teatro Cantiere Florida, sul telefono della direttrice Angelita Borges, è un fluire di messaggi con notizie di quarantene. «Dovremo fare alcuni spostamenti» dice, « e le matinée con le scuole sono state annullate. Ma il calendario di gennaio è ricco e interessante, non molleremo».
Se i teatri piangono, le sale cinematografiche sono al collasso. « Gli incassi nel periodo natalizio sono crollati anche dell’ 80% e dal primo gennaio sta andando ancora peggio » . Il grido di dolore arriva da Fabrizio Larini, presidente di Anec Toscana. L’associazione degli esercenti. « Con appena il 20% delle sale occupate sarà dura andare avanti » conferma Francesco Rinaldi, direttore dei cinema fiorentini Principe, Fiamma e Marconi. « Le sale sono luoghi sicuri, con impianti di aerazione e posti distanziati. Certe decisioni, come il divieto di consumare cibi e bevande, hanno solo contribuito ad alimentare la paura».
I grandi titoli americani, come “Matrix Resurrections”, non sconfiggono l’idea che stare al chiuso con altre persone non sia il massimo di questi tempi. Un po’ meglio vanno le sale con programmazioni di nicchia, come il Cinema La Compagnia, che tra una retrospettiva e un ciclo di film dedicato ai bambini, sta facendo numeri pur sempre piccoli, ma migliori rispetto a quelli delle realtà commerciali, e anche qualche abbonamento.