“Niente fascismo in Italia”. Berlusconi rassicura l’Europa e ‘brucia’ Draghi al Quirinale

L’editoriale del direttore Nico Perrone

ROMA – Silvio è appena tornato e già fa litigare tutti. Oggi Berlusconi è volato a Bruxelles, dove ha rassicurato tutti sul fatto che l’Italia non è a rischio fascismo. Dopo quello che si è visto le scorse settimane, con gli assalti degli squadristi di Forza Nuova alla sede della Cgil, che ha suscitato grande eco in Europa, Berlusconi oggi ha chiarito: “Il centrodestra italiano è lontano da ogni estremismo e da ogni ritorno al passato… I valori fondamentali di Forza Italia sono la libertà, il garantismo, il cristianesimo e l’europeismo”.

 

Un’aggiunta su Giorgia Meloni, battagliera leader di Fratelli d’Italia, unica all’opposizione, che ha accusato il governo Draghi di favorire la ‘strategia della tensione’ nel Paese. Ma no, sono solo parole dal ‘sen fuggite’, ha spiegato il leader di Forza Italia: “Non si deve guardare a singole prese di posizioni che molto spesso fanno parte di quella dialettica politica di propaganda che purtroppo ancora vige nella politica italiana” ha detto, quanto a Meloni “sono assolutamente sicuro che quelli che sono i nostri principi fondamentali siano condivisi fino in fondo dai nostri alleati”.

 

Liquidata la pratica ‘pericolo fascismo’, Berlusconi ha aperto la campagna elettorale per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, di fatto ‘bruciando’ il nome del premier Mario Draghi: “Draghi sarebbe certamente un ottimo presidente della Repubblica – ha detto sornione – mi domando se il suo ruolo attuale, continuando nel tempo, non porterebbe più vantaggi al nostro Paese“, sottolineando che “l’importanza dei nostri numeri in Parlamento devono farci partecipi delle decisioni che verranno assunte per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica”.

 

Salvini e Meloni hanno giurato che lo voterebbero compatti come Capo dello Stato, ma lui come si vede al Colle? “Berlusconi lo vedo in forma dopo un po’ di acciacchi dovuti al Covid”, ha risposto al cronista. Ma Berlusconi, tornato in scena, ora deve pure pensare a spegnere il forte incendio scoppiato dentro il suo partito. I suoi ministri sono in rivolta, lo contestano apertamente per non essere coinvolti nelle decisioni che vengono prese, sconfessando Antonio Tajani che ha messo un suo uomo come nuovo capogruppo alla camera con il via libera di Berlusconi. Apriti cielo.

 

Per prima è esplosa la ministra Gelmini, ‘berlusconiana’ da sempre, che oggi ha dovuto subire anche la reprimenda del suo leader (“è fuori dalla realtà”). Ma in suo aiuto è arrivato il ministro Renato Brunetta, con parole altrettanto di fuoco: “Inutile ignorare quanto accaduto ieri tra persone che ambiscono solo a rilanciare Forza Italia, che ha un’occasione da cogliere ma vive un momento di difficoltà innegabile. Il malcontento c’è, è diffuso, Mariastella Gelmini ne ha dato corretta raffigurazione, e io stesso l’ho ribadito ieri pomeriggio al Presidente Berlusconi, presente il coordinatore Tajani”.

 

Per Brunetta il malessere “è figlio soprattutto della sospensione, causa pandemia, del funzionamento degli organi di partito in cui naturalmente si discute. Occorre riattivarli a ogni latitudine: centrale e periferica, per fare anzitutto una compiuta analisi dell’attuale situazione politica, risultati delle elezioni amministrative compresi, e della linea politica da tenere, anche in vista delle prossime scadenze elettorali, in cui ambiamo a risultati più adeguati a storia e potenzialità di tutti noi. Ben vengano i vertici del centrodestra, ma certo non possono esaurire la vita di partito”. In altre parole: attento Silvio, che Salvini e Meloni puntano a fregarti. Ma forse Silvio lo sa.

 

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