In tema di tasse la priorità del governo è quella di abbassare il prelievo al ceto medio, ovvero ai redditi compresi nella fascia tra 28 e 55 mila euro a cui oggi viene applicata una aliquota del 38%, ovvero 11 punti in più di chi dichiara 15-28mila euro. Difficile ipotizzare una accorpamento al 27%, perché in questa fase sarebbe troppo oneroso, mentre invece si potrebbe ipotizzare un taglio di qualche punto (al 34 per cento?) come primo passo di un intervento più organico. La riduzione (da 5 a 3) e l’accorpamento delle aliquote piace a 5 Stelle, Leu e anche al Pd, che pure con l’ex ministro Gualtieri ha caldeggiato anche il modello di aliquota continua «alla tedesca». Mentre è noto che il cavallo di battaglia del centro-destra è la flat tax. Ma questo, come ha notato ieri il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini «ha una caratterizzazione politica e in questo esecutivo non ci sono le condizioni per portarla avanti». Sulla necessità di abbassare le tasse sul ceto medio invece «sono tutti d’accordo e quindi si procederà».