Nei film e nelle serie tv prodotti in occidente i personaggi musulmani hanno spesso ruoli negativi e stereotipati. “Se non riusciamo a rappresentarci, il rischio è avvicinare sempre più persone all’estremismo” ha detto in proposito Riz Ahmed, attore e rapper britannico di origini pachistane. Per fortuna le cose stanno cambiando. Un esempio è Skam Italia, che ha dedicato la sua quarta stagione a una ragazza italiana con genitori tunisini. Un altro è Ramy, che racconta la comunità egiziana del New Jersey attraverso l’esperienza di un quasi-trentenne in crisi di identità: il secondo capitolo, con la new entry Mahershala Ali, arriverà in Italia il 6 agosto sulla piattaforma StarzPlay (disponibile su Apple Tv e Rakuten Tv).
Ramy è stata la rivelazione del 2019. Si tratta di una serie molto autobiografica: il creatore, nonché protagonista, sceneggiatore e regista di alcuni episodi, è Ramy Youssef, 29enne attore a stand-up comedian americano di origini egiziane. L’idea iniziale era dare vita a una sitcom musulmana, “ma più andavamo avanti e più realizzavo che la cosa migliore che potessi fare era offrire il mio punto di vista” ha detto Youssef. Uscita in sordina su Hulu, Ramy è diventata un caso quando Ramy Youssef ha vinto il Golden Globe come miglior attore in una comedy, soffiando il premio a Michael Douglas.La prima stagione segue il percorso spirituale del protagonista, diviso fra la sua vita da millennial americano e le richieste dei genitori e degli amici musulmani. Dopo aver cercato qualche certezza nel lavoro, nelle ragazze e nella religione, parte per l’Egitto per recuperare le sue radici… E finisce per innamorarsi della cugina. La seconda stagione riparte dall’inizio, cioè dalla crisi. Tornato a casa, Ramy non lavora e passa le sue giornate a mangiare dolci e a masturbarsi. Finché non entra in contatto con un nuovo imam che diventa la sua guida spirituale. L’imam, che compare in metà degli episodi, è interpretato nientemeno che da Mahershala Ali, l’attore premio Oscar per i film Green Book e Moonlight.
Ramy 2 aggiunge carne al fuoco: fra i nuovi personaggi ci sono un reduce dalla guerra in Iraq che si converte all’Islam e un viziatissimo miliardario arabo che vuole finanziare la moschea. Al centro c’è sempre Ramy ma lo sguardo è ancora più largo e viene dedicato un episodio a testa alla sorella, alla mamma, al papà che ha perso il lavoro e allo zio Naseem che non riesce più a nascondere la sua sessualità. Se la rappresentazione dei personaggi musulmani solitamente è stereotipata, qui c’è il tentativo di aggiungere più sfumature possibili, di offrire agli spettatori un prodotto “personale” che non ha pretese di universalità. Per usare le parole di Ramy Youssef, il conflitto raccontato nella serie non è “fra essere musulmano ed essere americano, ma fra chi vuoi essere e chi sei realmente”.
Nella seconda stagione compare l’ex attrice pornografica Mia Khalifa e torna il personaggio di Steve, interpretato da Steve Way, che soffre di una grave distrofia muscolare (per il suo contributo alla diversità Ramy ha ricevuto il Peabody Award). Per la terza, Ramy Youssef ha grandi progetti: portare sullo schermo Lindsay Lohan e il calciatore egiziano del Liverpool Mohamed Salah.