Il sindaco lancia un appello internazionale e i progetti per far rinascere la città dopo la crisi da Covid: ” Apriamo un fondo, serve l’aiuto di tutti”
di Ernesto Ferrara
Caccia ai grandi capitali internazionali per salvare la città. A un anno esatto dalla rielezione, dopo i tre mesi che hanno cambiato il mondo, Dario Nardella eleva al massimo livello l’allerta su Firenze. Sempre più furioso col governo, con dati economici devastanti che ogni giorno piombano sulla sua scrivania e un ammanco nello stesso bilancio comunale che sfiora i 200 milioni di euro, il sindaco apre il Salone dè 500 di Palazzo Vecchio alla classe dirigente della città per presentare un piano in 9 punti per la riscossa e soprattutto per lanciare al mondo il messaggio della capitale del Rinascimento che chiede aiuto. «Abbiamo bisogno di tutti perchè Firenze torni al suo splendore » , dice Nardella citando l’appello di Carlo Lodovico Ragghianti dopo l’alluvione. Un « fondo per la rinascita di Firenze sarà aperto già nei prossimi giorni » , aperto a chiunque voglia contribuire con donazioni che potranno essere anche indirizzate su capitoli specifici: cultura, sociale, scuola, turismo, imprese. E la sfida è così lanciata.
Fin dove arriverà l’urlo di Dario Nardella? L’alluvione del 1966, che il sindaco cita più volte e prende a modello, ferì a morte la sola Firenze mentre adesso tutta Europa è nella stessa situazione: cosa dovrebbe spingere gli investitori internazionali ad aiutare la città? Nardella sa che molte cose dovrà farle da sè, specie per le imprese al tracollo, tanto da aver anche già iniziato a ragionare col suo staff, d’intesa con partner finanziari locali, di creare una sorta di Cassa depositi e prestiti comunale, che possa emettere titoli ed entrare nel capitale delle aziende se necessario. Eppure è il rimbalzo d’immagine che il sindaco ha capito essere essenziale: dare l’idea che Firenze scatti dopo il disastro. Come, è il problema. Senza turismo e col Pil in caduta libera. Il governo non ha mai aperto granchè le porte a Nardella, tantomeno i ministri chiave come Gualtieri. Per questo è al premier Conte, che spera di vedere presto, che il sindaco continua a rivolgersi coi suoi colleghi delle grandi città: « È ora di attuare una semplificazione amministrativa vera, è impossibile che finora i Comuni non abbiano visto un euro » . Per questo, anche per dare un segnale a Palazzo Chigi, Nardella si appella al mondo, scommettendo sul grande appeal della città ed evocando i grandi del passato, da Bargellini a Fabiani e La Pira. Per ripianare il bilancio servono 200 milioni ma al sindaco ne basterebbero la metà da mecenati e finanziatori: i denari finirebbero in un apposito capitolo di bilancio chiamato ” fund raising”, già aperto. « Firenze sembra oggi risvegliata dal sonno. Ma non è stato un tempo sospeso, è il preludio di una grande trasformazione. E mi auguro che il regime della tutela paesaggistica non blocchi tutto» dice il sindaco sfidando la Soprintendenza, coi suoi assessori accanto e davanti ai 12 saggi che lo hanno aiutato a scrivere il piano per il futuro ( da Carrai a Petretto, da Barberis a Landi), le 28 pagine di “Rinasce Firenze” che da ieri sono anche un documento aperto al contributo di tutti su www. comune. fi. it. Da dove ricominciare? « Lavoro, produzione e innovazione. E no alla rendita passiva » propone il piano avanzando alcune suggestioni: la città “policentrica”, con una logistica del commercio di quartiere e servizi accessibili a tutti a non più di 15 minuti a piedi; un nuovo centro storico dove torni la residenza, fatto di zone economiche speciali a tassazione zero per le imprese; una nuova mobilità green, un piano per piantare 20 mila alberi in 4 anni; servizi comunali al 100% on line; palestre all’aperto; welfare; un turismo rivoluzionato senza più bus turistici da qui al 2023. Spunti per una correzione di rotta che Palazzo Vecchio ritiene ora necessaria. Non su tutto: su Tav, aeroporto e tramvie l’idea è « avanti tutta » , nessun ripensamento. Ne serve semmai uno sulla sanità: « Chiedo una cabina di regia cittadina con la Asl». E anche per l’area metropolitana: nel piano si propone un’unione dei Comuni con Scandicci Bagno a Ripoli, ipotesi che trova il favore del sindaco Francesco Casini. Arrivano anche le prime reazioni: il candidato governatore Pd Eugenio Giani è favorevole («La tramvia connetta tutta l’area metropolitana, fino a Prato » ) mentre la Fiom rimbrotta Nardella: « Firenze deve cambiare». «Stop alle catene del commercio» invoca Cna.