di Antonio Polito
Il calo nei sondaggi di Matteo Salvini: e se la discesa fosse dovuta al lockdown? Il leader paga il distanziamento sociale.
C i sono molte ragioni politiche che possono spiegare perché Salvini è in calo nei sondaggi, oltre a quella più ovvia degli sbandamenti continui (aprire tutto/chiudere tutto). La più importante è che la crisi del Covid-19 ha svelato l’inganno del «sovranismo in un paese solo». Pensate alla recente sentenza della Corte costituzionale tedesca, che rischia di mettere in crisi l’intervento della Bce a sostegno del nostro debito pubblico. Come si sa, è stata innescata da un ricorso di quelli che potremmo definire i «sovranisti» di Germania, che vogliono meno Europa se non addirittura niente Europa. Ebbene, la reazione dei sovranisti italiani ha finito con l’essere pressoché identica a quella degli europeisti e federalisti più convinti: l’interesse nazionale italiano richiede infatti di difendere dal sovranismo degli altri l’indipendenza della Banca europea e la superiorità del diritto comunitario.
Oppure prendiamo le regole europee: i «nuovi leghisti» promossi da Salvini chiedevano da anni di liberarcene per poter correre indisturbati verso la crescita. Oggi, come si sa, quelle regole sono state in gran parte sospese, dai vincoli del Patto di stabilità a quelli per gli aiuti alle imprese. Ma a sfruttare di più l’opportunità sono stati finora i Paesi che le risorse da spendere ce l’hanno, perché possono indebitarsi senza problemi sui mercati e dunque sono in grado di mobilitare cifre ingenti anche per finanziare le loro imprese, Germania in primis. Il che è una clamorosa conferma del fatto che ai «vasi di coccio», ai Paesi con debito alto come l’Italia, conviene invece che ci siano regole europee e che non viga la legge del più forte.
Questi sono motivi razionali e complessi che il grande pubblico avverte solo in maniera intuitiva: gli italiani li hanno tradotti nella semplice deduzione che mai come adesso non possiamo far da soli e abbiamo bisogno dell’Europa, il che fa preferire politici più «spendibili» a Bruxelles.
C’è però un terreno più fisico, più concreto, sul quale la popolarità di Salvini è stata gravemente danneggiata dal lockdown, e consiste proprio nel distanziamento sociale. Il leader della Lega è infatti il più «caldo» dei nostri politici. Nel senso che ha costruito la sua fortuna sul contatto fisico, uno a uno, sul bagno di folla, sull’immersione salvifica nel popolo, al quale si presenta e appare come «uno di noi». L’orgia dei selfie non era altro che questo. I comizi di Salvini duravano venti minuti ma la successiva seduta di foto durava il doppio. Giorgetti calcolava che per ogni selfie ci fossero almeno venti condivisioni, e così in una sola piazza dei suoi vorticosi tour Salvini riusciva a «toccare» migliaia e migliaia di persone. E scrivo «toccare» in senso letterale. Il contatto infatti non era solo politico, era umano: i selfie si scattano tra amici e si mostrano agli amici. E del resto «toccare» il popolo è un’idea molto antica in politica: per secoli i «re taumaturghi» francesi e inglesi si sono attribuiti il potere di guarire i sudditi dalla scrofola, il mal du roi , semplicemente toccandoli.
Il distanziamento sociale ha distrutto tutto questo. Salvini lo sta pagando più di ogni altro leader. In assenza del popolo, i leader più «popolari» e «immediati» perdono terreno a vantaggio dei politici più «mediati». Se questa tesi è vera, bisogna forse ridimensionare l’importanza che la critica ha sempre attribuito alle capacità della Bestia, la macchina di consenso sui social del leader leghista. Non nel senso che i social non contino. Ma nel senso che funzionano da amplificatore, sono maestri dell’effetto eco, però il messaggio va lanciato con la folla sullo sfondo (del resto anche i Cinquestelle cominciarono in piazza, con i meet up e il Vaffa day, prima di affidarsi a Rousseau).
Il populismo, insomma, ha bisogno del popolo. E nel vuoto di popolo, anche quel tratto guascone e ludico su cui ha tanto giocato Salvini, l’unico leader disposto a finire su Tik Tok, diventa oggi spiazzante e straniato. Questi non sono tempi per spalmare nutella e mangiare pizza e salsiccia in pubblico, e perfino le dirette dal balcone diventano un boomerang, perché sui balconi ci sono oggi anche gli altri, gli oppositori che urlano insulti. Una folla plaudente ed entusiasta era l’habitat naturale del messaggio di Salvini. Per un po’ non ci potrà più essere. Covid-19 cambierà anche i set della politica e la tecnica di recitazione dei leader?