Clarich: auspico che Profumo e Viola restino fino alla fusione.
MILANO Scadono oggi i «tempi rapidissimi» entro i quali i soci esteri di Mps, Fintech Advisory e Btg Pactual, devono rispondere sui sette nomi loro proposti mercoledì sera dalla Fondazione Mps. Evidentemente i nomi non sono così condivisi con il fondo messicano e da quello brasiliano con i quali l’ente senese controlla il 9%, nonostante la riconferma del ticket di vertice, cioè Alessandro Profumo alla presidenza e Fabrizio Viola alla guida.
Non ci sarebbero dubbi su due dei tre nomi espressi dalla Fondazione, ovvero l’economia Fiorella Kostoris e la docente universitaria Lucia Calvosa, attualmente nel consiglio di Telecom, quanto invece sul terzo nome proposto, quello della direttrice generale di Conad Tirreno, Fiorella Bianchi. Il motivo sarebbe che il gruppo della grande distribuzione è debitore di Mps e questo potrebbe innescare un conflitto di interessi. Ci sarebbe comunque un parere legale che ne difenderebbe l’eleggibilità.
Sul nome di Bianchi — unico esponente senese dentro la lista di sette indicata dalla Fondazione — si sono spaccati anche i membri della deputazione amministratrice della Fondazione. Secondo indiscrezioni, il presidente Marcello Clarich e la sua vice Bettina Campedelli, messi in minoranza, si sarebbero astenuti sull’intera lista, proprio per la presenza della manager Conad. E sarebbe stato per fugare i dubbi sulla presenza in lista di Profumo e Viola — definito da Clarich «un tandem perfetto» — che ieri il presidente della Fondazione ha espresso «l’auspicio di non cambiare timoniere finché non è completato il percorso di risanamento fino alla fusione». Un riferimento all’operazione straordinaria che Mps potrebbe effettuare dopo la fine dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro che si concluderà a fine giugno. Tra le ipotesi, quella di un’integrazione con Ubi Banca. Profumo ha fatto sapere di voler invece lasciare subito dopo l’aumento di capitale. Gli ultimi due nomi della lista di sette candidati — il massimo numero conquistabile dalla lista di maggioranza su un consiglio a 14 membri — sono indicati da Fintech e Btg: riconfermati Christian Whamond e Roberto Isolani.
All’assemblea del 14-16 aprile le liste dovrebbero essere almeno tre: pattisti, Axa (partner storico di Mps e secondo socio con il 3,7%) e Alessandro Falciai, l’imprenditore ex azionista di Dmt che ha l’1,7%. Ma c’è l’incognita Assogestioni: l’associazione vorrebbe presentare una sua lista ma starebbe incontrando difficoltà a raccogliere l’1% del capitale minimo richiesto dallo statuto. I fondi avrebbero mostrato resistenza a legarsi le mani per un mese su un titolo volatile come Mps.
Fabrizio Massaro