di Vanni Griccioli
La Giunta di Siena si è infilata in un isolamento autoreferenziale, come se non bastasse la tenacia del mancato dialogo con la Minoranza. L’isolamento del Comune si registra, ormai, in diversi campi, dal rapporto con gli altri enti locali della provincia alla relazione con le varie realtà cittadine e con i soggetti privati, siano essi famiglie (asili nido, scuole materne) che imprenditori. L’ultimo esempio ci è stato fornito dalla discussione intorno all’istituzione di un Convention bureau a Siena. Il rappresentante del Comune ha esordito, nell’incontro con gli operatori di qualche giorno fa, che se le imprese non fossero state d’accordo sulla proposta non sarebbe stato importante: l’Amministrazione comunale sarebbe andata avanti da sola. Tirelli si è incaponito a realizzare una struttura che dovrebbe costruire e “vendere” un’offerta congressuale, ovvero l’idea più lontana da Siena che un amministratore possa concepire. Per essere più chiari, i Convention bureau nacquero alla fine dell’800 e nei primi del ‘900 negli Stati Uniti per ospitare fiere e congressi, coinvolgendo tutta la filiera turistica, in uno stato federale che per dimensioni, popolazione e necessità oggettive – come le manifestazioni elettorali dei grandi partiti – aveva bisogno di località impostate per l’accoglienza di migliaia di persone in contemporanea in un’unica struttura. Non a caso il primo, vero Convention italiano bureau nasce a Rimini, nel 1994. Il modello impone, per essere competitivi, uno standard tipicamente americano: aeroporti, strade, grandi alberghi, immense infrastrutture congressuali. Sapete perché il Vinitaly si fa a Verona? Perché a Siena, dove è nata la manifestazione sotto il nome di Mostra mercato dei vini nazionali di pregio, la fortezza era inadeguata ad accogliere tutti gli espositori, per di più in una struttura all’aperto. Siena ha le caratteristiche per competere nel congressuale? La risposta è pleonastica: mancano le condizioni minime, come ad esempio la incompatibilità tra cliente tipo e peculiarità cittadine. Chissà come mai l’unico Convention bureau esistente in provincia, nonostante l’assenza di un vero palazzo dei congressi, è a Chianciano Terme. Tirelli vuole sfidare il buon senso e l’evidenza. Convention bureau sono nati nelle grandi città e a Firenze, ma in un contesto urbano, con strutture congressuali e servizi annessi, completamente diverso. L’assessore ignora probabilmente i disagi e la mancanza di infrastrutture che renderebbero Siena lontana dal mercato, nonostante gli investimenti promozionali (pagati con soldi pubblici). “Noi tireremo diritto”, afferma invece Tirelli con la mascella volitiva. Il quale, da politico navigato dovrebbe comprendere come l’Università e la produzione culturale, se ben indirizzate, da sole si legano a un pubblico adeguato capace di appassionarsi a seminari, incontri, master, laboratori, piccoli convegni, dibattiti, presentazioni, spettacoli, mostre, cercando l’albergo intimo, il ristorante di livello. Ovvero, l’opposto di quello che viene richiesto alle fiere del settore, dove contano una volta ancora solo i numeri. Che farà mai il Comune, da solo? Al massimo potrà stampare una brochure dove si evincerà che gli alberghi di lusso con una certa ricettività sono fuori Siena, che la stazione è lontana, l’aeroporto inarrivabile, mentre i ristoranti sono un po’ ovunque, sparsi nel giro di qualche chilometro. C’è da essere preoccupati. La giunta comunale e il cerchio magico che la circondano vivono nel loro mondo con i loro referenti, in una dimensione spaziale e temporale che sta penalizzando Siena. Lo dimostra l’assessore Tirelli: mentre la città è in declino, annuncia la promozione del wedding (i grandi matrimoni organizzati), i congressi e varie alzate di ingegno che alimentano solo numeri e presenze turistiche di basso livello. Non bastano le lamentele di ristoratori e albergatori, per capire che bisognerebbe cambiare rotta? A questo proposito abbiamo presentato una mozione, qui di seguito allegata (MNR145_2019_20190722080146), che cerca di cambiare la prospettiva di intervento nel settore turistico, con proposte concrete di governo e di indirizzo del settore.