Le stanze e case in Rete sono passate da 26.500 a 60 mila. E l’impennata non è solo a Firenze
M.F.
Toscana, grand hotel Airbnb. In soli due anni, dal maggio 2016 al settembre 2018, le case intere, quelle condivise e le stanze offerte tramite la piattaforma degli affitti brevi sono passati da 26.500 a 60 mila, nella nostra regione. I numeri, calcolati dalla società di analisi Airdna, che lavora sui big data, registrano una impennata che non riguarda più solo Firenze, le altre città d’arte o qualche borgo, come Cortona, che ha avuto una impennata del 50% in un anno.
Un trend inarrestabileQui si sta parlando di un raddoppio in tutta la regione, con un trend inarrestabile, di case che spesso si trasformano da residenze a locazioni turistiche, in modo ormai diffuso. Certo, non si tratta solo di questo, perché Airbnb viene usata anche da agriturismi, bed and breakfast e simili già presenti sul mercato. Ma i numeri fanno impressione: calcolando solo le notti prenotate tramite questa piattaforma (che non è la leader, ancora, delle prenotazioni, Booking è ancora avanti, e comunque non è la sola) Airdna ha calcolato che da gennaio a settembre sono state prenotate almeno 7 milioni e seicento venti mila notti, in Toscana. Moltiplicate per tre, ed avrete un numero plausibile di ospiti in queste strutture.
Un quinto del totaleSe si guarda alla capacità di ospitalità, calcolando una media (molto prudente) di almeno due letti per casa, il peso del “grand hotel Airbnb Toscana” è di ormai oltre un quinto rispetto alle potenzialità dell’ospitalità tradizionale. Ma le strutture tradizionali sono gestite da imprese, circa 15 mila nella nostra regione: quella legata ad Airbnb è invece ormai una rete di proprietà vasta 4 volte tanto. Quanti siano i proprietari, e i gestori, però è incerto. Per fare uno dei pochi esempi studiati finora, a Firenze delle oltre 10 mila case disponibili oggi su Airbnb, solo 4 mila hanno dietro un solo host, quindi probabilmente sono quelle nel solco dello spirito di Airbnb, il proprietario che gestisce una sola casa. Le altre 6 mila sono gestite da una pattuglia di mille host, con una media di sei case per uno.
L’affare digitaleIl Centro studi turistici di Firenze conferma che i numeri di Airdna sono più che corretti. Certo, spiega il direttore, Alessandro Tortelli, non tutto questo aumenta rappresenta nuove case sottratte alla residenza per gli affitti turisti: «La sensazione è che molte di queste strutture fossero già sul mercato e che sempre più si stanno indirizzando verso l’uso di questa piattaforma». Un uso che porta risultati: scorrendo i dati, si vede che il tasso di occupazione delle case, confrontando i dati degli stessi mesi, sale costantemente, fino ad arrivare a punte del 10% in più l’anno. Per arrivare, ad agosto scorso, ad una percentuale del 70%. Numeri importanti, sui quali si possono facilmente costruire business plan che prevedano direttamente l’acquisto di una nuova casa e il mutuo coperto solo dagli affitti. Come ha fatto, per esempio, la piattaforma di crowdfunding Housers per due progetti di questo tipo a Firenze.
L’hotel sa difendersiL’altro elemento, dirompente, è che il costo medio di una camera, è di oltre 140 euro a notte. Secondo le elaborazioni di Airdna, facendo i calcoli degli spazi e dei letti a disposizione, è come se si pagasse 90 euro a notte in un albergo. Solo che il gettito finale che resta al gestore, tolte le spese, è una cifra che, a seconda del periodo, non va mai sotto ai 50 euro a notte. E su queste basi si possono calcolare le reali possibilità di guadagno e di sfruttamento di una casa, che ovviamente variano da città a città. Ma questo fenomeno colpisce davvero gli alberghi, come sostengono le loro categorie? Secondo Tortelli, solo parzialmente: «Negli anni ‘70 quando iniziò il fenomeno dell’agriturismo in Toscana, si parlava di queste strutture come il principale competitor delle strutture alberghiere. Oggi nonostante in Toscana ci siano oltre 4.800 aziende agrituristiche, la struttura alberghiera regionale non si è indebolita. Sicuramente la “casa” rappresenta oggi uno dei principali competitor delle strutture alberghiere, ma queste hanno dimostrato negli anni di saper competere». Qualcuno però non ce la fa: «Chi soffre maggiormente questa competizione sono i piccoli ad 1 e 2 stelle che continuano a diminuire sia come esercizi sia come posti letto».
Fonte: Corriere Fiorentino, https://corrierefiorentino.corriere.it/