Autovelox da rottamare.

 

«Tassazione predatoria»

Attacco del sindaco. Il gettito è sempre più elevato

«Gli autovelox sono da ripensare, sono una forma di tassazione predatoria poco accettabile». Così parlò il sindaco Luigi De Mossi, rilanciando un tema cavalcato a lungo dall’opposizione da quando sono state installate le prime due macchinette fisse nel raccordo tra Siena-Grosseto e Siena-Bettolle e sulla Cassia. E riprendendo in qualche modo una sollecitazione arrivata poco prima da Pierlugi Piccini di Per Siena, che parlando sulla variazione di bilancio aveva detto «gli autovelox vanno tolti, bisogna adottare altri sistemi di sicurezza per le nostre strade».

E in effetti tutto era partito dalla comunicazione sul bilancio illustrata dall’assessore Luciano Fazzi, all’esordio in consiglio.

Anche perché, scorrendo quei numeri, non sembra poi così facile rinunciare di punto in bianco agli autovelox. Ieri è stato inserito l’aumento di due milioni di euro del gettito da multe, portando il

totale previsonale a 11 milioni 742mila euro. Anche se, in contemporanea, è stata inserita al fondo crediti dubbia esigibilità la cifra di 1,3 milioni, segno che si è certi di riscuotere solo un terzo delle sanzioni erogate. La rinuncia secca all’autovelox potrebbe però portare alla cancellazione di cinque-sei milioni di euro dal bilancio comunale.

E infatti, a margine della seduta, De Mossi è tornato sull’argomento. «Capisco che sia un modo per fare il bilancio – ha detto – ma serve equilibrio. Il controllo della velocità non può essere una forma punitiva nei confronti degli automobilisti. Altrimenti tanto varrebbe mettere una tassa una tantum per tutti i cittadini».

Resta però quell’indicazione durante il dibattito, suffragata anche da ipotesi alternative. «Per favorire la sicurezza stradale – ha detto il sindaco – stiamo valutando le installazioni di tutor, semafori intelligenti, dissuasori nei tratti urbani. Un intervento in questo senso ci è stato sollecitato a Isola d’Arbia».

Sui tutor Giulia Periccioli dal Pd ha rivendicato una sorta di primogenitura («la pratica è in corso da oltre quattro mesi, è un’idea della precedente amministrazone»), ma sta di fatto che a oggi non esistono e che sui tratti cittadini la soluzione non sembra così semplice. Ma anche di questo si dovrà occupare il Piano della mobilità, strumento che indirizzerà molto le scelte della nuova amministrazione.

Orlando Pacchiani