di Dino Martirano
Il centrodestra «unito» propone che le forze vincitrici si dividano le presidenze delle Camere; chiede per sé il Senato, ed è disponibile a votare un esponente M5S alla Camera; apre al Pd e agli altri partiti per la suddivisione delle vice presidenze. Ma pone una condizione: per «concordare i nomi dei presidenti e dei vicepresidenti» i leader del centrodestra invitano quelli delle altre forze politiche a un «incontro congiunto» da tenersi oggi, ultimo giorno utile prima dell’inizio delle votazioni. È la novità uscita ieri dal vertice a pranzo fra Silvio Berlusconi (nella foto Imagoeconomica), Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Per ora però le risposte che arrivano non sono incoraggianti. Il Pd ha fatto sapere con il reggente Maurizio Martina che «non ci sono le condizioni per partecipare a un incontro i cui esiti sono già decisi» (qui l’intervista di Aldo Cazzullo a Luigi Zanda). E dal M5S per ora non è arrivata alcuna risposta. Anzi, che non tiri una buona aria e che il rapporto con FI sia molto difficile, lo conferma la capogruppo Giulia Grillo che ribadisce il no a candidati «indagati o condannati». È un secondo stop chiaro all’azzurro Paolo Romani che al momento è il nome su cui FI fa quadrato. Cambierà qualcosa nella giornata di oggi?