Inizio queste riflessioni con un’affermazione che ci faceva il nostro professore di lettere quando ponevamo delle domande “imbarazzanti”, la risposta era: bah! A saperlo? Allora bisognerebbe capire come mai la Fondazione Mps e per essa i suoi nominanti si sperticano negli elogi nei confronti di Profumo e Viola, bah! Se dovessimo valutare i risultati dovremmo dire che in 33 mesi non se ne sono visti di apprezzabili, almeno se ci si ferma a leggere i bilanci che sono stati approvati: tutti in perdita. I soci che hanno sottoscritto l’ultimo aumento di capitale si trovano fra le mani un disvalore che supera ampiamente il 50% da quello iniziale. Inoltre, la comunità europea non si è ancora espressa sul piano del nuovo, ennesimo, aumento di capitale del Monte e non sappiamo di quale entità sarà. Tutto ciò, mentre nel mercato si consolida l’idea che l’ammontare dell’aumento sarà superiore a quello annunciato recentemente. Al tavolo della trattativa con l’UE i “senesi”, per ora, hanno perduto la finestra del 4 febbraio, ed è molto probabile che ciò sia dovuto ad una situazione non proprio in discesa. A seguito di questo slittamento rimane un’unica possibilità che è quella del 18, sempre di febbraio. A noi non resta altro che aspettare questa data per capire cosa effettivamente potrà accadere. Comunque, lo slittamento un effetto lo ha già prodotto, quello di rinviare l’aumento a dopo l’assemblea per il rinnovo delle cariche. A questo proposito saremmo proprio curiosi di sapere di cosa hanno parlato i vertici della banca e della fondazione visto che vige la più totale incertezza. Incertezza dovuta al fatto che il piano non abbia ancora superato il giudizio della UE e dall’andamento del titolo in borsa, che coinvolgerebbe, in tale perplessità anche il mercato. Almeno che, i suddetti vertici, non siano in possesso di informazioni che sono ignorate dalla comunità finanziaria: non si è mai visto, da che mondo è mondo, che soci che ci rimettono, anche molto, siano contenti, bah! Dovremo arguire, a seguito di ciò, che ci sia e non solo da oggi, una gestione che non brilla per la comunicazione. In più dopo le dichiarazioni di Giovanni Clarich cosa dovremo capire, che anche gli altri soci del patto sono d’accordo? O tale uscita, quella della riconferma dei vertici della banca, serve a forzare la mano e, quindi, far trovare una situazione di fatto? Forse i vertici del Monte, a partire dall’amministratore delegato, hanno parlato degli strabilianti risultati della nuova struttura Widiba a differenza della rete tradizionale? Consiglieremmo a tutti di aspettare, come sempre, i bilanci prima di esprimere giudizi, anche perché i numeri sono sempre galantuomini e non hanno bisogno di essere aggettivati. Viceversa, è vero che qualsiasi sarà il futuro del Monte non si potrà non prescindere da una riqualificazione dei vari aggregati che relegano gli ultimi bilanci in un profondo rosso a partire dalla qualità dei crediti. Riqualificando, questi ultimi, molti aspetti vengono necessariamente definiti per sempre e con la necessaria chiarezza. Che le motivazioni vere non siano, proprio, queste ultime considerazioni? Bah! A saperlo?
Pierluigi Piccini