Musei, frenata sui manager stranieri dal Consiglio di Stato.

 

CULTURA
Con quale spirito continueràa lavorare Peter Assmann, direttore di Palazzo Ducalea Mantova, dopo che ha appreso che la propria n0minaè appesaa un’ulteriore sentenza del Consiglio di Stato?E come lui gli altri sei direttori stranieri scelti con una selezione internazionale alla guida dei musei autonomi, da Eike Schmidt agli Uffizia James Bradburnea Brera? Continua pagina 10 Continua da pagina1 Ci sono progettie iniziative che sono state messi in piedi e hanno già prodotto risultati negli oltre due anni dall’insediamento dei direttori dei musei autonomi (sia gli stranieri chei tredici colleghi italiani):i numeri dei visitatori­ pur con tutte le cautele con cui quei monitoraggi vanno valutati­ dicono di un aumento delle presenze; la valorizzazione dei luoghi d’arte ha cambiato passo grazie anche all’innesto di logiche manageriali; il nodo risorse ha assunto connotati meno foschi, visto che il ricavato dei bigliettie delle altre entrate resta al museoe sono state avviate attività autonome di raccolta di fondi. Tutto oro quel che luccica? No, certamente. La macchina ha ancora bisogno di una profonda messaa punto. Come, d’altra, parteè necessario per una riforma di tale portata, che va ben oltre la designazione dei direttori stranieri. C’è, per esempio, la questione della ricerca scientifica chei musei devono svolgereo quella­ di maggior impatto mediatico­ se si possa “affittare”e “addobbare”l’arte per la celebrazione di un matrimonio privato. Sta di fatto, però, chei Beni culturali si sono scossi da un torpore di anni. Se la direzione intrapresa sia quella giusta, ci vorrà tempo per capirlo. Certo non aiutanoi tirae molla giudiziari. Pur nel rispetto del ruolo della magistratura, la sentenza di ieriè l’ennesima prova della difficoltà di guardare avanti. Anche in questo caso ha avuto la meglio un puzzle legislativo di difficile composizione, fatto di incastri complicati tra norme nazionalie comunitarie.
Il Sole 24 Ore.
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