Le scuse del presidente del Q1 non sono bastate a placare le proteste dei bersaniani Caduto nel vuoto anche l’appello dei residenti
Sguanci non se ne va, l’alleanza Pd- Mdp in Palazzo Vecchio si rompe. A nulla sono serviti due giorni in più di riflessione, le scuse del presidente del Q1 che aveva elogiato Mussolini su Facebook non sono bastate ai bersaniani. A nulla è valso nemmeno l’appello di ieri di intellettuali e residenti del centro come Tomaso Montanari, Paul Ginsborg e Sandra Bonsanti che chiedevano un passo indietro di Sguanci: il Pd non ha chiesto le sue dimissioni. E al termine dell’incontro di ieri sera in Palazzo Vecchio tra il sindaco Dario Nardella, il segretario cittadino e il capogruppo comunale dei dem Massimiliano Piccioli e Angelo Bassi e per i bersaniani i consiglieri Alessio Rossi e Stefania Collesei il verdetto è stato inequivocabile: rottura della maggioranza. Mdp ritira il suo appoggio al Pd in Consiglio comunale e nei 5 Quartieri. E in piena campagna elettorale una nuova stagione di rapporti a sinistra di colpo si apre in città.
Che cambia per la maggioranza nel Salone de’ Dugento? Nulla formalmente: senza due membri il Pd ha comunque i numeri per governare. Più fragili si fanno invece gli equilibri nei Quartieri, il Q4 ad esempio. «Rimarrà sempre un punto opaco nella vita istituzionale fiorentina la mancata assunzione di responsabilità per le dichiarazioni di Sguanci sul ventennio fascista. Avevamo dato per scontato che tali dichiarazioni fossero incompatibili e che l’unica cosa da fare fosse un passo indietro dimettendosi, ma cosi non è stato. Si dice che sia stato un gesto “ sprovveduto”. Noi pensiamo che non si debbano avallare situazioni per cui si possa dire di tutto, tanto poi si chiede scusa. Articolo 1 — Mdp ritira il suo appoggio alla maggioranza di Palazzo Vecchio e dei Quartieri, troviamo incoerente da un lato votare insieme una modifica dello statuto che rafforza l’identità antifascista e dall’altro si consente di rimanere al suo posto a chi consapevolmente o meno rivaluta il ventennio. Continueremo a dialogare entrando nel merito delle questioni» dice Mdp. E il Pd: «Il Pd ritiene di mantenere il presidente Sguanci nel suo ruolo pur condannando ogni sua parola, e ribadisce che non ha senso trovare la soluzione a quanto successo rinunciando al presidente, ferme restando le prerogative del Quartiere 1, e respingendo la richiesta di dimissioni avanzata al sindaco. Saranno i consiglieri di Mdp ad assumersi la responsabilità. Non avendo trovato nel confronto un accordo ci auspichiamo che non manchi mai il dialogo sugli atti concreti per i fiorentini » dicono Piccioli e Bassi. Piccioli aggiunge: «Sguanci è un impulsivo. Chiederà scusa pubblicamente alla Comunità ebraica e all’Anpi nella giornata della memoria » . Ora Sguanci deve comunque convincere il suo gruppo al Q1 a non sfiduciarlo. Non prende ancora forma intanto il puzzle delle liste. Ultime dal Pd: il segretario regionale Dario Parrini verso una candidatura al Senato, a Pisa salta fuori il nome di Anna Grassellino, ricercatrice premiata da Obama. A Firenze a quanto pare nè Giani nè Saccardi candidati, si va configurando una sorta di “derby” tra la vicesindaca Giachi e la presidente del Consiglio comunale Biti. A Firenze potrebbe correre anche la ministra Fedeli. Il Pd metropolitano tuona: « No ai paracadutati slegati dal territorio » . Mentre il governatore di Leu Enrico Rossi attacca i grillini: «Sono nei pasticci, incompetenza e cattiva amministrazione, chi è deluso dal Pd voti noi». — e.f.