Aldo Tani
Siena «Prima con gli iscritti ai circoli e con i cittadini dovrà essere condiviso un programma e poi si passerà alla scelta del candidato. La figura arriverà dalle consultazioni e sarà espressione di una coalizione di centrosinistra. Quindi Valentini potrà o non potrà essere della partita». Parola del segretario del Pd senese Simone Vigni, il giorno dopo la direzione del partito riassunta in un comunicato stampa in cui non si cita mai il sindaco uscente Bruno Valentini e anzi si parla di «individuare il profilo delle personalità che saranno ritenute rappresentative per il futuro governo di Siena». Non solo: «l’operato dell’amministrazione comunale sarà analizzato in una serie di incontri nei circoli a partire da dopo l’Epifania». Lungo il percorso di confronto con le altre forze di centrosinistra dove, spiega Vigni, il Pd non chiede una posizione dominante, sarà decisa anche la formula per la scelta del candidato, che quindi potrebbero non essere le primarie. Una possibilità che rischia di chiudere ulteriormente le porte a Valentini. «Un grave errore — replica il sindaco — Io credo che i cittadini debbano avere la possibilità di scegliere. Mi sembra quasi di ritornare a logiche pre-Pd, dove le strategie erano esclusività di pochi». La sua giunta intanto perde un pezzo: ieri Anna Ferretti si è dimessa da assessore alla sanità per una presunta irregolarità che il Comune le contesta su un immobile acquistato 10 anni fa. «A mio avviso sono la parte lesa — spiega Ferretti — ma sarebbe stato difficile difendermi, mantenendo l’incarico. In questo modo, sia io che il Comune siamo totalmente liberi» .