MASSIMO VANNI
«QUESTO tesseramento è una truffa», rovescia il tavolo Paolo Bambagioni, fan di Emiliano. «La macchina del fango ci offende », replica il segretario toscano Dario Parrini. «A Signa i conti delle tessere non tornano, e la mandante politica è Monia Monni», incalza il “Bamba” da Signa. «Ma di che parla? Pensi alle truppe che ha portato a tesserarsi », ribatte Monni. «Il segretario Fabio Incatasciato ha retto il sacco», riparte Bambagioni. «Ah sì? Ma se è stato lui a portare le truppe cammellate a chiedere la tessera», contesta Incatasciato. E di nuovo Bambagioni: «Non solo Signa, anche Piombino, Massa Carrara e Borgo San Lorenzo si è cercato di selezionare gli iscritti sulla base della fedeltà al Capo per controllare tutto». Ma che Pd è mai questo?
Ricorsi alla commissione di garanzia del Pd sono comunque partiti da Piombino e Carrara. E la commissione è già stata convocata per lunedì.
Mai prima d’ora il Pd toscano era apparso così balcanizzato. Neppure nella fase congressuale. Il consigliere regionale Bambagioni non sporge formali denunce, anche se parla di truffa. Ma tutto il resto lo fa: «Questo non è un Pd ma un Pad, un Partito anti-democratico», tuona il “Bamba”. Dc di nascita come Renzi eppur anti-renziano della prima ora, che adesso invoca il segretario nazionale.
A fianco di Bambagioni era annunciato anche Valerio Fabiani, segretario di Piombino e responsabile orlandiano in Toscana. Ma Fabiani non c’è: «Ho bisogno di capire cosa dirà la commissione», spiega la defezione. Ma Bambagioni non si scoraggia: a Signa, racconta, il segretario Gabriele Scalini ha fatto «gli esami e l’ha rifiutata a chi dava le risposte sbagliate: 12 su 187 sono stati respinti». Esami del tipo “chi è il segretario nazionale”, dopo aver aperto il circolo solo per 4-5 ore. Ma non solo: «Ben 130 tessere sono arrivate a tempo scaduto e la mandante politica è stata Monia Monni».
«Truffe» solo a Signa? Certo che no, secondo il “Bamba”: «A Piombino il fratello del consigliere regionale Gianni Anselmi ha portato 300 tessere precompilate senza che il segretario ne sapesse niente. A Massa Carrara pacchi di tessere sono arrivate tramite i parlamentari. E anche a Borgo San Lorenzo ci sono stati casi», dice Bambagioni. Dicendo di aver subito «pressioni dai dirigenti regionali » per non denunciare niente.
«Ma che esame, era solo una chiacchierata: se uno non sa cos’è un partito l’iscrizione non è una scelta consapevole», replica il segretario di Signa Scalini. Perché «ci siamo trovati di fronte a 180 persone inviate dallo staff di Bambagioni, con tanto di collaboratori che spuntavano la lista all’ingresso. Non avevamo il dovere di capire?», domanda il segretario di Signa. Che ha sul proprio telefonino una registrazione audio di una persona in coda al circolo che pensava di iscriversi «per mandare Bambagioni alla società dei Renai». Quanto alle tessere fuori tempo «non è così, la scadenza è stata rispettata», assicura Scalini. Che aggiunge: «Bambagioni fa questo perché si è scoperto in minoranza».