GIULIANO FOSCHINI
L’Arma dei Carabinieri aprirà nelle prossime ore un’inchiesta interna sul colonnello Sergio De Caprio e su alcuni degli uomini che hanno lavorato con lui al Noe e che poi sono transitati ai Servizi. L’accertamento disciplinare parte dalle dichiarazioni rilasciate all’Ansa dal colonnello Ultimo: «L’unico golpe — aveva detto l’uomo che ha arrestato Totò Riina — è quello perpetrato contro i cittadini, quelli che non hanno una casa e non hanno un lavoro» riferendosi a chi lo aveva accusato di un progetto eversivo nell’inchiesta Consip. Ma mirerà ad accertare tutto quello che è emerso in questi giorni e che continuerà, evidentemente, a venire fuori nei prossimi giorni: i rapporti con la magistratura, sulla base anche delle parole del procuratore di Modena Lucia Musti al Csm; quelli con la scala gerarchica interna dei carabinieri e ancora quella con i vecchi colleghi del Noe dopo che De Caprio e i suoi uomini sono transitati ai Servizi.
Bisognerà accertare se Ultimo abbia rispettato dunque tutte le procedure o se, invece, abbia commesso abusi. «E noi siamo pronti a rispondere a tutti, anzi non vediamo l’ora che accada» spiega De Caprio attraverso il suo avvocato, Francesco Romito che, non a caso, ieri si è detto pronto a un «confronto pubblico per poter esercitare i diritti di difesa e di informazione al cittadino». De Caprio si sente, spiega il suo avvocato, «nel mezzo di un gioco incredibile e inaccettabile: accusano di eversione un uomo che dedica la suo vita allo Stato. Il segretario del Pd, il ministro della Difesa e persino il premier trattano come un terrorista un uomo che ha sempre fatto soltanto il suo lavoro ».
De Caprio, pur non avendo ricevuto ancora alcuna comunicazione ufficiale, ha già organizzato la sua difesa. Primo punto: «Non può aver mai parlato di Renzi alla procuratrice Musti » spiega il suo legale. Questo perché, ricostruisce, Ultimo ha avuto deleghe di polizia giudiziaria (poteva cioè effettuare indagini) soltanto fino ad agosto del 2015. In quel momento il Noe si stava occupando dell’inchiesta Concordia, dalla quale, per lo meno in quel momento, il nome di Renzi non veniva fuori. Soltanto quasi un anno dopo — ricostruisce il colonnello De Caprio — la Musti incontrerà il colonnello Scafarto che gli consegnerà tutti gli atti. «Ultimo — spiega l’avvocato Romito — con l’inchiesta Consip non ha nulla a che fare. Lui si è fermato a Concordia». Ma perché allora Scafarto continuava a informarlo via mail degli esiti delle indagini Consip inviandogli documenti? «Questo bisognerà chiederlo a Scafarto: immagino perché c’erano cose che potessero comunque interessare De Caprio perché c’erano informazioni su uomini dei Servizi, dove ultimo lavorava. Una leggerezza, forse. Ma è una questione tra colleghi. Altro che colpo di Stato».
Oggi a Roma si terrà un vertice tra il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi per analizzare gli atti del Csm e decidere il da farsi.