IL MONITORAGGIO DI OPENPOLIS
Solo 9 misure su 58 previste entro giugno sono state approvate
eLuca FraioliROMA — Una corsa contro il tempo per mettere in pratica il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Decine di riforme da attuare in poche settimane, centinaia di bandi da indire, miliardi di euro da investire. E le difficoltà di un sistema di monitoraggio governativo che vigili su tutto questo complesso iter, per capire a che punto si è davvero. La fotografia è quella scattata dalla piattaforma online Openpnrr (www.openpnrr.it) realizzata dalla Fondazione Openpolis in collaborazione con il Gran Sasso Science Institute dell’Aquila e che sarà presentata ufficialmente oggi alla Camera.
Centoventidue misure completate, 551 da avviare, 64 in corso, 22 a buon punto e 17 già in ritardo, completate solo formalmente per ottenere il via libera di Bruxelles ma ancora in sospeso per quanto riguarda la fase di attuazione. Tra le quali, per esempio, l’avvio di attività di tutoraggio per i giovani a rischio di abbandono scolastico precoce. Guardando in particolare al prossimo traguardo, fissato per il 30 giugno, su 58 scadenze solo 9 sono state portate a termine, 17 sono a buon punto e le rimanenti 32 sono ancora “in corso”. Tra i provvedimenti che procedono con maggiore fatica ci sono alcune riforme chiave, a cominciare dalla legge delega per la revisione del codice degli appalti, l’entrata in vigore del decreto ministeriale per il programma nazionale di gestione dei rifiuti e la riforma della carriera degli insegnanti. Ma non sono abbastanza vicini al traguardo secondo Openpolis neanche la strategia nazionale per l’economia circolare o l’aggiudicazione dei contratti di ricerca e sviluppo sull’idrogeno, o il nuovo modello organizzativo dell’assistenza sanitaria territoriale.
«Il dato più clamoroso, al momento, è l’ingorgo di leggi da licenziare nelle prossime settimane – avverte Vincenzo Smaldore, responsabile editoriale e membro del Cda di Openpolis – . La nostra analisi evidenzia che delle riforme da approvare entro fine giugno ne sono state varate solo la metà. E poiché senza quelle riforme non arriveranno i soldi europei, è probabile che assisteremo in Parlamento a una corsa contro il tempo. Ma la fretta non è buona consigliera, soprattutto quando è in ballo una occasione unica per ammodernareil Paese».
Openpnrr vuole essere uno strumento a disposizione di quanti vogliano essere informati in tempo reale sullo stato di attuazione del Next Generation Eu in Italia. «Come Gssi abbiamo dato un apporto per lo sviluppo e l’implementazione del portale e per la categorizzazione dei dati – spiega il fisico Roberto Aloisio sia ai fini della ricerca, sia per migliorare la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini». I dati possono essere navigati per tema, per territori, o persino usando come criterio le scadenze, uno strumento che permette di capire giorno per giorno quali sono i temi cruciali su cui è chiamata a decidere la politica italiana. E anche i suoi ritardi. Inoltre, per consentire un monitoraggio più realistico dello stato di attuazione, gli analisti di Openpolis hanno “pesato” le misure usando un algoritmo, dando un valore maggiore alle riforme dalle quali dipende il buon andamento complessivo del Pnrr.
Il portale permette anche di monitorare i risultati finali, un tipo di analisi che in qualche caso può anche suscitare preoccupazioni ulteriori,oltre a quelle per le scadenze in corso. Il capitolo assunzioni nel settore pubblico e privato per esempio ne prevede 116.915. Finora ne sono state fatte 1000, lo 0,9%, entro il 30 giugno si dovrebbe arrivare a 3.968. Ma se si tratta di tecnici per l’attuazione del Pnrr, ha senso prevedere una forte accelerazione solo nei prossimi anni? E infatti l’analisi di Openpolis punta il dito sulla complessità delle procedure, semplificate ma forse non abbastanza. Il rischio di ritardo di assunzione di personale altamente specializzato viene indicato come elemento di criticità in molte misure, dalle riforme fiscali alla giustizia. A proposito della riforma della giustizia, che procede a tappe in tutto il Pnrr, la percentuale di completamento della parte prevista al 30 giugno è al 26,67% nella valutazione di Openpolis, con un traguardo al 55%. E in questi giorni sta suscitando preoccupazioni la legge sulla concorrenza: il Pnrr ne prevede il varo entro fine anno, compresi però i decreti attuativi, ecco perché il governo sta cercando di accelerarne l’iter. Tra gli elementi di rischio delle riforme la «buona cooperazione interistituzionale» e la congiuntura . «Quello che mi preoccupa, guardando questa mole di dati, è soprattutto la capacità di risposta delle pubbliche amministrazioni sui bandi – conclude Smaldore – . Si vede chiaramente che il divario storico territoriale del Paese si ripercuote anche sul Pnrr: le zone più deprivate, quelle del Sud, hanno grandissima difficoltà a presentare i progetti. Non è così scontato che il Piano possa essere un volano per il Sud. Anzi, potrebbe addirittura ampliare le disuguaglianze».