di Pierluigi Piccini
Ci auguriamo che ci sia dell’altro nell’accordo fatto fra la Banca Monte dei Paschi e la Fondazione. Era chiaro che la via muscolare prospettata dal De Mossi non poteva andare in porto e la cifra di centocinquanta milioni di euro sta lì a testimoniarlo. Così come i desiderata condivisi con il presidente della Regione per un reinvestimento di una parte dei tre miliardi e passa di euro per una partecipazione azionaria a una nuova banca tutta da definire. L’importo dell’accordo dimostra con molta probabilità che la strada di una vertenza non era praticabile. La Banca potrebbe aver dimostrato che la Fondazione era a conoscenza dell’operazione Antonveneta. Così facendo e se tale tesi fosse vera allora la Banca avrebbe spuntato le armi di una parte dei belligeranti. Ma centocinquanta milioni hanno il sapore della regalia. Noi ci auguriamo che ci sia altro. Aver tolto il maggior peso delle cause accelera la sistemazione del Mps. E le possibilità, a questo punto, sono diverse siano esse quelle della fusione come quelle di una gestione autonoma. Quest’ultima è la soluzione che a noi piace di più anche se richiederà un vero cambio di passo della Banca sia in termini gestionali che di governance. Con l’accordo inoltre si alleggerisce la situazione patrimoniale della Banca in vista dell’aumento di capitale. Insomma se non ci fosse altro di positivo al di là della esigua cifra concordata allora sarebbe veramente una catastrofe. Vedremo cosa il prossimo futuro ci riserverà aspettando che qualcuno abbia la buona creanza di informare i cittadini.