Nell’opera, scritta nel 1786, Alfieri parla con il fantasma dell’amico e il dialogo si intesse di passioni e ragioni. Si tratta di un libro da leggere muovendosi senza fretta da una parola all’altra, l’italiano del ’700 saprà affascinare anche nel periodare meno evidente al lettore odierno. Riscoprire un classico vuol dire avere il coraggio di guardare alla grandezza con umiltà e volontà di migliorarsi (in letture, scritture, pensieri). Alfieri, inquieto e allergico a qualsiasi autoritarismo, costituisce un esempio più che mai valido di intellettuale che guarda al progresso sociale con coraggio e indipendenza. Selvatico e acceso, l’Astigiano sa toccare nelle sue opere corde segretissime.
La nuova edizione de La virtù sconosciuta esce in occasione dei 270 anni dalla nascita di Vittorio Alfieri.
L’Autore
Il conte Vittorio Amedeo Alfieri (Asti, 16 gennaio 1749 – Firenze, 8 ottobre 1803), di antica famiglia astigiana, è da considerarsi non solo uno dei maggiori poeti dell’Italia moderna, ma anche uno dei personaggi più controcorrente della Sua storia. Rinunciando drasticamente alla carriera che la sua origine nobile gli avrebbe a-perto, sceglie di farsi libero autore creando un teatro innovativo fondato sul peso della parola e sui valori della libera scelta. Scrive venti tragedie, tra le principali Filippo, Antigone, Agamennone, Oreste, Saul, Mirra. Scrive anche le Satire e le sei Commedie, e tra le sue liriche: le Rime. La virtù sconosciuta è la celebrazione del valore dell’autentica amicizia e del superamento delle barriere tese fra vita e morte. Tutta la sua opera e il suo pensiero convergono sulla necessità di coltivare la Poesia e la Lingua al fine di far crescere la coscienza individuale e civile: questo il senso più vicino a noi italiani del XXI secolo del suo insegnamento di libertà.