La sirena neocapitalistica da una parte, la desistenza rivoluzionaria dall’altra: e il vuoto,
il terribile vuoto esistenziale che ne consegue.
Quando l’azione politica si attenua, o si fa incerta, allora si prova la voglia dell’evasione, del sogno…
Pierpaolo Pasolini
Stupendo ed immondo, sacro ed assassino nella luce accecante di un vuoto riempito dalle cicale e dal vento. Un poeta incespica nel sole dell’Africa, negli odori dell’India, nell’incessante mugulare di Sana’a, si perde nel gracchiante silenzio di un’Orestiade Africana, è a Gerusalemme, è a Zagora, è a Tunisi, muore a Casablanca, è a Kosti tra l’immondizia di una borgata romana, cullato dalle donne di Sinja è a Kasala, è in Guinea tra la Sabaudia e il Ghana. In un mondo composto di pochi colori dominanti, l’ocra, il marrone, certi rosa liquidi e verdi stupendi confessa la sua poesia negli occhi di un netturbino che sta già sparendo
Sono stato razionale e sono stato irrazionale: fino in fondo. / E ora ah, il deserto assordato/dal vento, lo stupendo e immondo/sole dell’Africa che illumina il mondo. / Africa! Unica mia alternativa…
Alí dagli Occhi Azzurri. 1965. Il volume contiene: Mignotta, Storia Burina, Notte Brava, Ricotta, Accattone, Rital e Raton, Avvertenza, Profezia.
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Profezia, poesia in versi a forma di croce, dedicata a Jean Paul Sartre il cui racconto di una prostituta algerina sfruttata dalle forze di occupazione francesi illumina tutto, in quel modo misterioso in cui le illuminazioni avvengono. Alí dagli Occhi Azzurri/uno dei tanti figli di figli / scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi / saranno con lui migliaia di uomini / coi corpicini e gli occhi / di poveri cani dei padri / Sbarcheranno a Crotone o a Palmi a milioni, vestiti di stracci asiatici e di camicie americane.
Poi col Papa e ogni sacramento/ andranno su come zingari/
verso Nord-Ovest/
con le bandiere rosse di Trotsky al vento.
Sono ‘i migranti’ che sbarcano a Lampedusa, a Crotone, a Palmi la nuova moltitudine rivoluzionaria che scardina frontiere e confini, ubriaca l’ordine geometrico dello spazio quotidiano, spezza la temporalità ciclica e onestamente noiosa della storia? O siamo sempre noi, noi poveracci diversi/perversi allo sbando, che ci ritroviamo coi figli, e il pane e il formaggio! ?
Per tutti gli anni ’60 Pasolini viaggia, riprende, raccoglie mappe, schizzi, ritratti, strappa fotogrammi, accumula sopralluoghi e appunti, incolla versi per rispondere a queste domande. Ubriaco, forse braccato, costeggia l’Africa per tracciarne una cartografia reale, seria, decisiva. Scopre la nostra negritudine. Pubblica il tutto ne La Resistenza Negra, efficace capitoletto a carattere geografico scientifico sommerso dalla critica ed abbandonato alla critica roditrice dei topi: “L’Africa” conclude il Pasolini non è affatto un continente separato. Non lo è mai stato e mai lo sarà. Come i labirinti di Borges, l’Africa sovrappone frammenti di spazio e di tempo attraverso segreti corridoi che li rendono comunicanti “comincia alla periferia di Roma, comprende il Meridione, parte della Spagna, la Grecia, gli Stati mediterranei, il Medio Oriente”, “i ghetti neri degli Stati Uniti e le zone minerarie del Nord con le baracche degli immigrati italiani, spagnoli, arabi”.
Quando viene ucciso Pierpaolo Pasolini è ancora immerso in questo invisibile reticolo di cunicoli, che tengono l’Africa insieme. E’ occupato nella ricerca, scoprendo nuovi frammenti alla periferia di Milano; in tutti i vicoli di Torino in cui le scritte sui muri strepitano Via i Terroni = Arabi; a Londra al capolinea del 12, del 13, del 409; a Malacca; a Parigi sotto un graffito Sous les pavés, la plage!. I cunicoli portano dappertutto: l’Africa è in Marocco ma non in tutto il Marocco, non è a Parma, è a Tebe, a Gerusalemme e sulle piane del Lagorai. Pierpaolo Pasolini poeta, scrittore, regista, intellettuale politico ma soprattutto – oggi lo scopriamo – fine cartografo rivoluzionario. La sua ricerca segreta interrotta da un brutale assassinio. Scoperta la propria negritudine, Pasolini-Alí-dagli-Occhi-Azzurri è vittima del razzismo assassino del Potere:
cancro morale dell’uomo moderno, e che, appunto come il cancro, ha infinite forme. E’ l’odio che nasce dal conformismo, dal culto della istruzione, dalla prepotenza della maggioranza. E’ l’odio per tutto ciò che e’ diverso, per tutto ciò che non rientra nella norma, e che quindi turba l’ordine borghese. Guai a chi è diverso! questo il grido, la formula, lo slogan del mondo moderno. Quindi odio contro i negri, i gialli, gli uomini di colore: odio contro gli ebrei, odio contro i figli ribelli, odio contro i poeti.
Alì dagli Occhi Azzurri uno dei tanti figli di figli, scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi di poveri cani dei padri sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sè i bambini, e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali. Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, a milioni, vestiti di stracci asiatici, e di camicie americane. Subito i Calabresi diranno, come da malandrini a malandrini: «Ecco i vecchi fratelli, coi figli e il pane e formaggio!» Da Crotone o Palmi saliranno a Napoli, e da lì a Barcellona, a Salonicco e a Marsiglia, nelle Città della Malavita. Anime e angeli, topi e pidocchi, col germe della Storia Antica voleranno davanti alle willaye. Essi sempre umili Essi sempre deboli essi sempre timidi essi sempre infimi essi sempre colpevoli essi sempre sudditi essi sempre piccoli, essi che non vollero mai sapere, essi che ebbero occhi solo per implorare, essi che vissero come assassini sotto terra, essi che vissero come banditi in fondo al mare, essi che vissero come pazzi in mezzo al cielo, essi che si costruirono leggi fuori dalla legge, essi che si adattarono a un mondo sotto il mondo essi che credettero in un Dio servo di Dio, essi che cantavano ai massacri dei re, essi che ballavano alle guerre borghesi, essi che pregavano alle lotte operaie… … deponendo l’onestà delle religioni contadine, dimenticando l’onore della malavita, tradendo il candore dei popoli barbari, dietro ai loro Alì dagli Occhi Azzurri – usciranno da sotto la terra per uccidere – usciranno dal fondo del mare per aggredire – scenderanno dall’alto del cielo per derubare – e prima di giungere a Parigi per insegnare la gioia di vivere, prima di giungere a Londra per insegnare a essere liberi, prima di giungere a New York, per insegnare come si è fratelli – distruggeranno Roma e sulle sue rovine deporranno il germe della Storia Antica. Poi col Papa e ogni sacramento andranno su come zingari verso nord-ovest con le bandiere rosse di Trotzky al vento…