ROMA – Manifesti e appelli, il loro canale Telegram “Basta dittatura” pieno di appuntamenti in ogni città italiana per scendere in piazza, addirittura bloccare le stazioni, contro la decisione del Governo e delle autorità sanitarie sull’obbligo di esibire la Certificazione verde Covid-19 per salire a bordo di aerei, treni ad alta velocità e a lunga percorrenza, pullman, traghetti e autobus a noleggio con conducente. I giornalisti sono corsi nelle stazioni per documentare gli scioperi e la rabbia ma non hanno trovato folle inferocite, solo quattro gatti. Ma il clima resta incandescente, soprattutto a livello politico.
Ha fatto discutere la proposta dell’assessore della Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato di valutare la possibilità di imputare ai ‘No Vx’ ospedalizzati nelle terapie intensive le spese della degenza. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha dovuto subito mettere una pezza: “Esiste l’obbligo all’interno del Ssn di curare tutti indistintamente, anche coloro che hanno comportamenti a rischio. Non vaccinarsi rientra tra i comportamenti a rischio tanto quanto coloro che guidano in maniera pericolosa, assumono stupefacenti il sabato sera e causano l’incidente e arriva in terapia intensiva. D’altra parte i medici hanno il nostro compito di curare tutti. È evidente che la provocazione dell’assessore della Regione Lazio è tesa a far capire quanto l’impegno del Ssn oggi sia incentrato prevalentemente contro il Covid”.
Poi il sottosegretario ha ricordato le parole di Etienne Krug dell’Oms, secondo il quale da qui a dicembre in Europa sono attesi circa 240mila morti: “Questo numero di decessi, considerando la nostra popolazione italiana rappresenta il 12,5% di quella europea, porta a quei 30mila morti che ho stimato. Posso anche leggere il dato in un’altra maniera – ha spiegato Sileri -, se noi abbiamo circa 4 milioni di persone sopra i 50 anni non vaccinate, ammettendo che si ammalino tutti, ovviamente spero di no, oppure che ci sia una letalità del 1%. Questo 1% corrisponde sempre a 30mila”.
Nei prossimi giorni, intanto, per spingere sempre più verso le vaccinazioni, i bollettini sanitari sull’andamento dell’epidemia verranno scritti mettendo in evidenza, ad esempio, quanti sono tra i ricoverati negli ospedali i vaccinati e quanti no, quanti nelle terapie intensive, nuovi contagi e morti. Sempre sul tema lotta al virus, il sottosegretario Sileri ha detto che da ottobre si comincerà con la terza dose: “Sarà necessaria – ha detto – perché gli studi mostrano che l’immunità dei vaccinati cala. Si parte perciò da questa categoria di soggetti. Gli studi in corso in tutti i Paesi occidentali ci diranno successivamente qual è il momento opportuno per effettuare il richiamo nel resto della popolazione. Ciò non vuol dire che tutta la popolazione nello stesso momento si dovrà sottoporre alla terza dose ma il mese di ottobre sarà il punto di partenza per effettuare i richiami ai pazienti fragili o per le persone vaccinate già da dieci mesi” ha precisato Sileri. Domani si riunirà il Consiglio dei ministri per valutare e discutere le misure previste per l’avvio del nuovo anno scolastico. Alla fine ci sarà una conferenza stampa con il premier Mario Draghi e i ministri interessati.