Visioni Barbara Rose, storica e curatrice americana, riflette sul nostro difficile presente e sul futuro che ci attende
La memoria e la cultura possono salvarci ma spetta a noi mantenerle vive
di Barbara Rose
Nell’aprile del 1624, il Viceré di Sicilia Emanuele Filiberto invitò Antoon van Dyck a Palermo commissionandogli un suo ritratto. Subito dopo l’arrivo del pittore fiammingo, la città di Palermo fu colpita dalla peste che costrinse alla quarantena lo stesso artista.
In quei giorni, per alcune coincidenze miracolose, i francescani ritrovarono il corpo di santa Rosalia sul Monte che sovrasta Palermo, detto Monte Pellegrino. Al ritrovamento delle reliquie della santa, i siciliani attribuirono la fine della peste. Il giovane Van Dyck, che rimase in Sicilia sino all’autunno dello stesso anno, deve aver vissuto con grande trepidazione la vicenda della peste e il ritrovamento del corpo della santa. È oggi al Metropolitan Museum di New York l’opera di Van Dyck che ritrae santa Rosalia fluttuare nel cielo, circondata dai cherubini, sopra Palermo di cui si riconoscono i dettagli paesaggistici del porto e del Monte Pellegrino, ove le spoglie della santa furono ritrovate. L’opera, acquistata dal Metropolitan Museum nel 1870, è oggi esposta in «quarantena» in attesa che il celebre museo newyorkese riapra al pubblico.
A tutti gli amici, nel nome di santa Rosalia che ha salvato Palermo dalla peste, dedico i miei pensieri nei giorni che stiamo vivendo. Il nostro dovere è conservare la memoria storica.
A seguito della peste bubbonica che la devastò nel 1300, successivamente, tra il XIV ed il XVII secolo, l’Europa fece esperienza di un rinnovato interesse per gli studi, la scienza, la filosofia e le arti. La riscoperta degli antichi fu frutto della nuova classe emergente di mercanti, come i Medici, che avevano la possibilità di acquistare i tesori d’arte antica. Il Rinascimento diede grande importanza alla bellezza. L’Italia assistette alla riscoperta dell’arte antica, in gran parte distrutta dai barbari provenienti dal nord, la cui conoscenza delle tecniche e dei materiali cominciò a tramandarsi dal maestro agli allievi. Nessuno poteva ritenersi un artista senza lunghi anni di studio e apprendistato.
Le tecniche pittoriche si arricchirono del contributo dell’arte fiamminga, allorché gli artisti olandesi cominciarono a vendere i loro lavori in Italia. Quando l’imperatore Carlo V divenne Re di Spagna, recando con sé i suoi pittori , questi portarono il realismo e la pittura a olio nel sud dell’Europa. L’interscambio culturale tra le Fiandre e l’Italia fece progredire l’Italia dando vita a nuovi stili. Gli artisti italiani si ritrovarono a creare nuove forme che rispondevano alle leggi geometriche della prospettiva e allo studio delle tecniche dell’antica Grecia e dell’antica Roma. Quelle stesse tecniche che scomparvero gradualmente, a seguito della decadenza del crescente edonismo degli antichi Romani.
Oggi ci troviamo a fronteggiare la stessa distruzione dell’alfabetizzazione e della cultura, creata dal trionfo della tecnologia sull’umanesimo. La riscoperta dell’antichità da parte degli studiosi e dei filosofi fu alla base del Rinascimento o la rinascita della grande arte. Quando questa terribile crisi a cui ci sottopone il coronavirus sarà finita, il mondo ne verrà fuori totalmente cambiato. La commedia del mercato dell’arte sarà finita, bisognerà ricominciare da capo, per rinascere.
La società civile in passato ha attraversato periodi simili, uscendone totalmente cambiata. Allorché l’economia mondiale collassò durante la depressione del ’30, furono molti gli artisti fortemente prolifici che raggiunsero il successo in quagli anni. L’artista messicano Diego Rivera, con i suoi murales, fu particolarmente prolifico negli anni Trenta, lavorando ampiamente nel suo Paese e negli Stati Uniti. L’opera di Rivera influenzò i programmi di lavoro «New Deal» creati da Franklin D. Roosevelt, e il suo immaginario e le tecniche impiegate furono di grande ispirazione per gli artisti che cominciarono a produrre opere per il Public Works of Art program, il programma sovvenzionato dal governo americano che reclutava artisti per decorare luoghi pubblici. Le Belle arti furono salve grazie al ruolo del governo che diede opportunità di lavoro ad artisti come Pollock, De Kooning e i grandi della Scuola di New York. Questi poterono sopravvivere perché un aristocratico, Franklyn D. Roosevelt, che aveva ereditato molto denaro, ebbe la volontà di condividerlo con i meno fortunati.
Quando questa crisi sarà finita, il mondo ne verrà fuori totalmente cambiato
Altrove, la catastrofe storica produsse grande arte. Ispirandosi alla guerra civile spagnola, Picasso produsse Guernica in risposta al bombardamento del ’37 della città basca di Guernica. Il Cubismo fu inventato a Parigi dai rifugiati spagnoli, sfuggiti all’arretratezza della Spagna. Nel 1940 gli artisti disillusi dai modelli tradizionali europei, inventarono il modernismo quale risposta utopica all’idea di progresso. Gli artisti rifugiati, incluso Mondrian, si spostarono negli Stati Uniti. New York divenne una sorta di piattaforma delle arti visive, attraendo i più grandi artisti e intellettuali europei in fuga dal fascismo.
Oggi non è più così, non ci può essere un centro in un’economia globale. Oggi, le università e i musei sono dominati da gruppi volti a realizzare programmi politici che non rispondono all’estetica. Senza più il mecenatismo della Chiesa o del governo, i concetti di artigianato e tradizione stanno morendo, rimpiazzati dallo scandalo e dallo spettacolo.
Nel V secolo a.C. , l’invasione dei barbari aveva sancito la distruzione dell’arte classica. L’arte romana è praticamente morta con l’avvento del trapano meccanico che ne rese facile la riproduzione in grandi quantità. Allo stesso modo l’arte moderna sta morendo per mano dell’innovazione tecnica, con l’adozione delle stampanti 3D che in maniera efficiente riproducono copie. L’arte in quanto esperienza prodotta in solitaria meditazione è stata rimpiazzata dal «trapano» dello spettacolo che produce l’annichilimento dell’individualismo e dell’esperienza diretta. Le case d’asta e gli investitori stanno riducendo l’arte a un gioco puerile per il riciclo del denaro sporco. In virtù della cosiddetta «democratizzazione» l’estetica di Disney e il fumetto hanno preso il posto dell’estetica di Platone e Aristotele. L’ignoranza imperante e la perdita di memoria storica servono la fame di potere, senza etica e formazione, di manipolatori del mercato che trasformano l’arte in un bene di consumo e di scambio, pari alle perline decorate nella cultura primitiva Potlatch.
Questa volta quando le masse andranno in rivolta, e lo faranno, il risultato non sarà la democrazia ma la barbarie. Il compito che ci aspetta è quello di preservare le abilità e i valori in una cultura globale dominata dall’ignoranza e dal materialismo. Tramite il sacrificio di quegli artisti che hanno la forza di trasmettere e comunicare tra di loro valori etici in un momento in cui tutta l’autorità è data al migliore offerente e a coloro i quali, ereditando la terra, lo fanno derubando coloro che la creano.
Che santa Rosalia possa ispirare e sostenere gli artisti, oggi costretti alla quarantena!
E che l’Arte sia contro la Peste!