di Pierluigi Piccini
Tanto tuonò che alla fine piovve. Lo spettacolo dato ieri al Santa Maria della Scala, con lo schieramento delle truppe, è stato brutto da parte di tutte le parti contendenti, non degno di una storia e del futuro dell’antico Ospedale di Siena. Al di là delle più o meno legittime aspettative che, da quanto è dato conoscere, saranno regolate giudiziariamente, la via negoziale sarebbe stata la strada maestra per ricomporre le controversie vere o presunte. Le prove muscolari in questi casi creano soltanto disagio nei confronti dei cittadini. Comunque delle considerazioni vanno fatte alla luce di quanto è successo, sia pure con il beneficio d’inventario per l’avvio di una procedura complessa. Complessità dalla quale sta emergendo una grande confusione sia sul piano amministrativo che giuridico. L’assente in tutta questa vicenda è la Fondazione Santa Maria della Scala, che gioca il ruolo del famoso vaso di coccio, stretta com’è tra il Comune e Sigerico. Una debolezza dovuta anche alla presenza di un unico socio, il Comune appunto, che compie tutti gli atti, alcuni anche con il rischio di eventuali danni erariali non ultimo dovuti alla chiusura del bookshop e alla conseguente mancanza dell’incasso di royalties. Eppure, se alla Fondazione è riconosciuta autonomia, perché il denaro proveniente dalla gestione del Santa Maria passa per il bilancio del Comune? Perché quest’ultimo decide un bando che viene gestito da Sigerico che dovrebbe essere il soggetto che assume gli eventuali vincitori prima ancora di avere l’affidamento dei sevizi in house? Come fa Sigerico ad autorizzare un affidamento diretto per la proroga di un servizio alle cooperative già presenti e operanti? La normativa solleva diversi seri dubbi a proposito anche in regime di prorogatio. Come consigliere comunale, non posso non constatare una questione più generale: con il passaggio a Sigerico già si registra un allontanamento dell’ufficio di controllo da parte del Consiglio comunale a favore della funzione esecutiva (Giunta). Del resto, non abbiamo visto nessun atto specifico proposto dall’amministrazione proprio in riferimento ai controlli relativi ad una società terza, anche se interamente comunale: un atto di cui si sente grande necessità. La delibera della trasformazione di Siena Parcheggi in Sigerico a questo riguardo è stata decisamente debole, e magari un’occhiatina al decreto legge sulla concorrenza e ai relativi regolamenti sarebbe utile. Dovremo per forza ricorrere alla richiesta di atti che coinvolgeranno istituzioni e, oppure, società terze. La questione meriterebbe un ulteriore approfondimento, anche a seguito di ciò che sta avvenendo: a quanto ammonterebbe il rischio di impresa che il Comune ha preso sulle sue spalle? Ciò a fronte di una situazione oggettiva esterna che ha riscontrato diverse difficoltà, e una interna dovuta alla complessità relativa al raggiungimento del break even operativo nella gestione della Fondazione Santa Maria della Scala.