Dürer e gli altri: al Santa Maria della Scala le opere della Collezione Spannocchi
Giulia Maestrini
SIENA In apertura ci sono le scene sacre, con il potente San Girolamo di Dürer e le due splendide tavole di Altdorfer con le Storie di san Floriano che, in prestito dagli Uffizi, tornano a Siena dopo oltre 100 anni di lontananza; in chiusura ci sono le utopie, la Veduta di città idea le di Paul Vredeman de Vries che dà il titolo alla mostra e La Torre di Babele che le dà l’immagine; in mezzo si articolano gli altri temi, le nature morte e vive, i ritratti, le vedute. È questa la struttura della mostra Una città ideale. Dürer, Aldorfer e i Maestri Nordici della Collezione Spannocchi di Siena che si apre oggi al Santa Maria della Scala (fino al 5 maggio), organizzata grazie alla collaborazione tra Comune, complesso museale e Pinacoteca di Siena, Polo Museale della Toscana e Soprintendenza.
È un percorso affascinante e chiaroscuro lungo oltre un secolo, un’articolata selezione con 45 opere dei pittori nordici e fiamminghi che appartengono alla Collezione Spannocchi, ritenuta la principale e più importante collezione senese. Singolare e stratificata, accresciutasi intorno un nucleo originario appartenente ai Gonzaga e poi arricchitasi grazie allo spirito lungimirante delle famiglie senesi Piccolomini e Spannocchi, la collezione – formata da opere di ambito eterogeneo che rispecchiano le scelte cosmopolite dei proprietari – fu donata al Comune nel 1835 ed è oggi custodita tra la Pinacoteca e il Museo Civico. È questo, dunque, il primo passo verso la sua ricomposizione completa affinché trovi, alla fine della mostra, una nuova e definitiva collocazione proprio negli spazi del Santa Maria della Scala. Alla base del progetto, quell’accordo di valorizzazione del sistema museale cittadino siglato dal Comune di Siena e dal Ministero dei Beni culturali nel 2017, primo nel suo genere che ha fatto in qualche modo da apripista nei rapporti di collaborazione tra enti e siti museali. Una collaborazione che oggi i tre direttori – Daniele Pitteri del Santa Maria, Cristina Gnoni della Pinacoteca e Stefano Casciu del Polo regionale – definiscono «proficua e costante», destinata a rafforzarsi. Ieri hanno ribadito all’unisono l’importanza di un percorso condiviso che «rispetti le singole autonomie dei luoghi ma che unisca le energie nella valorizzazione comune, utile anche a ridistribuire i flussi turistici».
«La Collezione Spannocchi – afferma Pitteri – è un uni cum nelle raccolte museali senesi, con tante scuole diverse che convivono; la sua riunificazione al Santa Maria della Scala è uno degli asset principali dell’accordo di valorizzazione che si impegna a costruire un sistema museale integrato in città».