Tabacci: giocano a perdere, c’era Micari. Verso un incontro con Speranza.
di Monica Guerzoni
ROMA «Il centrosinistra vuole proprio suicidarsi. In Sicilia quelli di Mdp giocano per perdere…». Cade la linea e spezza i ragionamenti preoccupati e irati di Bruno Tabacci, in treno verso Roma per incontrare Giuliano Pisapia. L’ex sindaco è tornato dalla Grecia «molto turbato dal quadro politico» e oggi alle 9 vedrà i fedelissimi, per sciogliere il dilemma Sicilia e fare il punto sullo stallo del cantiere con Bersani e D’Alema per un nuovo partito alternativo al Pd. I rapporti tra i due blocchi sono così tesi che l’incontro al vertice rischia di saltare, così come la futuribile creatura politica.
Si vedono, o non si vedono? E quando si vedono? Ciccio Ferrara, deputato tra i più vicini a Pisapia, non ci punta un euro prima della settimana prossima: «Il caso Sicilia impone un giro di ricognizione tra noi di Campo progressista. Poi si lavorerà con Mdp». In via Zanardelli, sede nuova di zecca dei fuoriusciti, c’è invece chi prepara il tavolo dell’incontro, perché «Giuliano» non ha ancora chiamato ma potrebbe farlo da un momento all’altro. E così i bene informati prevedono che il faccia a faccia per ricucire le lacerazioni di mezza estate si terrà oggi pomeriggio, con Speranza e non con Bersani.
È la giornata cruciale, per il centrosinistra in Sicilia. Alle 18 la direzione regionale del Pd darà il via libera al rettore Fabrizio Micari e scandirà un pubblico grazie a Rosario Crocetta, per il passo indietro concordato con Matteo Renzi in 90 minuti di trattative al Nazareno.
Alle sei della sera Pisapia dovrebbe aver già maturato la sua scelta per uscire dall’impasse e decidersi tra l’appoggio a Micari o il sostegno a Fava. Convinto che le primarie siano ormai «un’arma spuntata», il leader di Campo Progressista in asse con Leoluca Orlando starebbe maturando la sua mossa: chiedere che la coalizione si presenti senza simboli di partito, così che l’ala sinistra non debba ritrovarsi sotto le stesse insegne di Ap. Mdp ne starà fuori comunque perché, ripete Speranza, «la linea è mai con Alfano».
Tabacci è furibondo con Mdp. «Si sono inventati un’altra candidatura in Sicilia», dopo essersi affacciati al tavolo del programma «senza aver opposto veti a Micari». E ancora: «Fanno il gioco della destra in Sicilia e il gioco di Renzi a Roma. Vogliono rompere sulla legge di Bilancio, ma se non sono un centrosinistra di governo non ci siamo proprio». L’ex assessore al Comune di Milano i suoi candidati li schiererà con la lista di Orlando, uno strappo che non sembra di buon auspicio per la nascita di un nuovo partito.
D’altronde, si giustificano i fondatori di Campo Progressista, i primi a strappare sarebbero stati proprio gli ex dem candidando Claudio Fava. Proprio ieri il vicepresidente dell’Antimafia si è lanciato ufficialmente nella mischia, sostenuto anche da Sinistra italiana, Verdi e Rifondazione: «Non mi sono proposto io. Me lo hanno chiesto sulla soglia di un bivio. Accettare di essere gli inutili ascari nella coalizione con Alfano oppure andare da soli, provando a cercare un voto largo, vasto, libero e d’opinione». Michele Anzaldi prevede che Fava farà mera testimonianza e «consegnerà la Regione Siciliana all’improvvisazione dei Cinque Stelle», ma i bersaniani tirano dritti.
Speranza ieri pomeriggio ha riunito il coordinamento di Articolo 1-Mdp, poi si è chiuso con Fava in via Zanardelli. «Avanti anche da soli» è la linea degli ex dem, che hanno atteso per giorni un gesto di distensione da Pisapia: «Aspettavamo che si facesse vivo lui».
Il timore di chi era sul palco del 1° luglio è che l’ex sindaco stia comunicando «un’immagine di indecisione che potrebbe minarne la credibilità». Qualunque strada imboccherà Pisapia in Sicilia, Speranza tirerà dritto: sostegno a Fava e assemblea costituente alla fine di ottobre.
- Martedì 5 Settembre, 2017
- CORRIERE DELLA SERA
- www.corriere.it/