di Ernesto Campanini
Dopo gli ultimi fatti di microciminalità che ha visto coinvolti un gruppo di minorenni, a Siena si sono scatenati commenti di tutti i tipi sui social e nei media, e tra clamorosi scivoloni di esponenti della destra locale e giustizia fai da te dei residenti è cominciata nel peggiore dei modi la campagna elettorale regionale.
Per uscire da questo sterile vortice di insulti virtuali (e reali) che si sentono in città in questo momento, farò un passo indietro quando negli anni 90 ero un adolescente. Magari a qualcuno potrebbe tornare utile ricordare cosa facevano i ragazzi 25 anni fa.
A quei tempi a Siena esistevano molti gruppi di giovani, alcuni erano di contrada, altri venivano dai quartieri periferici, non era però raro che appartenenti a gruppi di contrada facessero parte anche ai gruppi extra contrada, il numero di stranieri era pari a quelli con i capelli rossi.
I nomi più noti erano il Vicolo, il Muretto,Via Pirro ma ce ne erano anche molti altri. Tutti i ragazzi avevano un luogo ben definito di ritrovo, il Corso era il luogo dove i gruppi si mostravano per fare le “vasche”. Rituali precisi con regole non scritte scandivano il passeggio nella via, si poteva “falcare” ( provarci con le ragazze) ma stando molto attenti a non farsi notare dal resto del gruppo, uno sguardo di troppo poteva essere la miccia e un pretesto per una cazzottata tra gruppi, e i cazzotti facevano male anche allora, solo che non esistevano denunce e non si mostravano i lividi sui social, anzi ci si nascondeva dai genitori per non prendere altri scapaccioni.
Il Sabato sera poi ci si trovava per ballare nell’Onda e nella Chiocciola, si beveva e parecchio, poi anche li le risse erano una consuetudine anche se non ho mai visto un coltello o azioni particolarmente pericolose, altrimenti si poteva andare al Tendenza o al Papillon la domenica pomeriggio.
La droga girava parecchio più di oggi, oltre alle classiche canne ed alcool ( a 14 anni potevi berti una sambuca al bar senza che nessuno ti dicesse nulla) , era scoppiato il boom delle droghe sintetiche le cosiddette “paste” (extasy) e in alcuni gruppi extra contrada faceva la sua apparizione la Ketamina, che avrebbe fatto più danni della grandine, l’eroina invece era scomparsa e faceva ancora paura. La cocaina, per il suo costo e per quello che rappresentava, era appannaggio di molti adulti e non degli adolescenti.
Alcuni di questi ragazzi, nel silenzio più totale sono morti per overdose o per incidenti stradali, altri pagano le conseguenze di quel periodo ancora oggi e fanno una vita entrando e uscendo dalle comunità.
In Piazza della Posta c’era il ritrovo del Vicolo, i ragazzi erano tanti, quasi tutti senesi e dei ceti sociali più diversi, dal figlio dell’avvocato al bottegaio, dal contradaiolo al ragazzo della periferia, il vestiario era come una divisa, Bomber, pantaloni Gulliver, anfibi neri o Palladium di tela, maschi e femmine vestiti indistintamente. Questo gruppo era piuttosto temuto da chi veniva bullizzato e per molti che non ne facevano parte era un’ambizione poterci accedere o esserne accettato, dire di far parte di quel gruppo era un vanto.
Facevano branco e le risse erano frequenti, come erano frequenti gli atti vandalici, le scritte sui muri i piccoli furti all’Upim o nei negozi e la strafottenza di molti di loro era tipica delle bande giovanili. Piazza della Posta era il loro ritrovo e tutti potevano vedere quello che succedeva anche di pomeriggio. Ho ancora il ricordo nitido di alcuni ragazzi che “sniffavano” la benzina dello Zippo in pieno giorno davanti all’aiuola di piazza Matteotti, come se nulla fosse e in pieno centro.
Superato poi il limite e dopo numerose lamentele, l’amministrazione di sinistra di quel tempo aprì volenterosamente un centro sociale comunale chiamato (mi sembra) Oltre e Altro in piazza della Posta. Un luogo con educatori dove sostenere ma anche monitorare maggiormente la situazione, il progetto ebbe dei successi e fallimenti che non analizzerò qua, ma l’intento di intercettare il disagio era sicuramente giusto e meritorio.
Detto questo, e potrei continuare per ore a raccontare quello che succedeva a quei tempi, la situazione di oggi non è peggiorata e non è paragonabile a come ha detto qualcuno al modello Scampia, come la situazione di quel tempo non era certamente ai livelli di altre città.
Oggi in Piazza del mercato ci sono delle problematiche di microcriminalità e di spaccio che infastidiscono giustamente i residenti. Per chi ci vive in quella zona è ovviamente un problema, come sarebbe da struzzi non vedere che ci sono dei problemi tra alcuni di quei ragazzi, cosa fare quindi?
A Siena la Lega ha vinto le elezioni sul tema della sicurezza e dopo oltre due anni ha evidentemente fallito, come ha fallito in tutti i posti dove ha usato slogan al posto dei ragionamenti, non si può dar sempre la colpa alla sinistra quando questa non c’è più, come non regge più la barzelletta che mancano le forze di polizia per 20 minorenni, come non può dar la colpa ai migranti essendoci senesi nel gruppo.
Per primo suggerirei a chi è adulto di non rispondere o peggio ancora strumentalizzare a fini elettorali le provocazioni sui social, chi è maturo ha delle responsabilità ben maggiori rispetto ad un ragazzino e dovrebbe avere anche maggiore prudenza nell’utilizzo di questo strumento. Essere un cattivo esempio è deleterio per l’adolescente e diventa una sfida senza fine.
Secondo, inviterei l’Assessore e il Sindaco ad informarsi con degli esperti del settore su come funzionano le dinamiche psicologiche del gruppo e di chi lo compone, inserire subito degli operatori di strada nella zona, che lavorino quotidianamente, e non una tantum, può essere una modalità efficace, altrimenti sono soldi buttati.
Terzo, le forze dell’ordine più coordinate anche come ruolo di prevenzione. A chi dice che mancano i poliziotti ricorderei che l’Italia è al top per numero di forze dell’ordine per abitante in Europa, ci sono evidenti problemi da risolvere e da riformare anche in questo campo.
Infine, far ritornare in ogni modo i ragazzi a scuola, se è vero che certi problemi ci sono sempre stati anche prima della pandemia, è anche vero che l’assenza di un punto di riferimento così importante ha creato un netto peggioramento del disagio giovanile. In tutte le città i ragazzi la fanno abbondantemente da padroni, con genitori a casa per lo smartworking e i giovani per strada a tutte le ore.