Salvini brucia Berlusconi: “Dalla Lega proposta convincente per tanti”

L’editoriale del direttore Nico Perrone

ROMA – Salvini prima ha detto che aspetterà fino a lunedì mattina per vedere i numeri in mano al Cavaliere Berlusconi, poi che la Lega avanzerà “una proposta convincente per tanti”. Da qui il panico tra i ‘berluscones’, perché quanto detto viene tradotto così: il leader del Carroccio ha deciso di cambiare cavallo visto che la candidatura di Berlusconi non incontrerà sicuramente il favore ‘di tanti’.

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Si naviga a vista, con Salvini che cerca di menar le danze: “Sul Quirinale non ho piani B, C e D. Stiamo lavorando per avere una scelta veloce e di alto livello. A differenza di Letta non mettendo veti nei confronti di nessuno. La settimana prossima, quando si comincia a votare, la Lega come forza responsabile e di governo, adesso e nei prossimi anni, farà una proposta che penso potrà essere convincente, se non per tutti, per tanti” ha sottolineato il leader leghista, aggiungendo che “fino a lunedì, fino alla prima votazione aspettiamo che il presidente Berlusconi faccia i suoi incontri e i suoi conti. Io continuo a incontrare persone. Non ci facciamo mettere veti, da Letta o da nessun altro” ha chiuso sul punto il leghista.

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Salvini parla troppo non avendo molto di nuovo da dire. Fino a quando Berlusconi è in campo per tutti i partiti di centrodestra, inclusa la Lega, la partita inevitabilmente non comincia. Abbia il coraggio di fare una proposta di unità per il Quirinale prima del 24 gennaio”, ha commentato Andrea Marcucci, senatore del Pd. “Il Quirinale non è proprietà di nessuno, perché è la casa di tutti gli italiani, e quindi nessuno dovrebbe porre veti preventivi sostenendo pregiudizialmente che una parte politica non ha il diritto di accedervi. Noi non lo abbiamo mai fatto, perché non appartiene alla nostra cultura politica. È questo il macigno, ideologico e utilitaristico, che la sinistra deve rimuovere, altrimenti gli appelli al dialogo hanno solo il suono sordo di una moneta falsa”, ha replicato Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

Ma nel centrodestra i dubbi aumentano: “Più tardi il centrodestra ritira Berlusconi, più Draghi diventa la candidatura rifugio su cui far convergere il Parlamento, visto che ha una maggioranza ampia – ha detto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo con un considerevole numero di grandi elettori – soprattutto se si arrivasse alla quarta o quinta votazione senza una sintesi diversa. Sarà una settimana lunga e non è affatto detto che lunedì prossimo avremo una quadra“, ha aggiunto il governatore ligure. Non si perde d’animo Vittorio Sgarbi, centralino del Cavaliere: “Domani riprenderemo a fare queste telefonate con Berlusconi” per l”operazione scoiattolo’, “per la Camera ne andrebbero chiamati 65 e 35 per il Senato, quindi in questi giorni dovremmo contattarli tutti. Il primo che proveremo a sentire? Lello Ciampolillo…“.

E mentre i leader cercano la quadra, tra i parlamentari già si ragiona sul nuovo Governo che, Draghi o non Draghi al Quirinale, vedrà la luce subito dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Sarà un esecutivo tutto politico, senza tecnici, dicono in tanti, e questo permetterà ai partiti della maggioranza “di rafforzarsi e di poter giocare al meglio le proprie carte per acquisire voti in quest’anno che sarà elettorale”. Tra i nuovi ministri ci saranno anche i leader dei partiti di maggioranza, con Salvini al ministero dell’Interno? In pochi ci credono, i politici prenderanno il posto dei tecnici ma i ‘galli’ resteranno fuori, troppo alto il rischio di una lite continua.

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