La Riforma
Si chiamerà il 116 o il 117 fino alle 8 del mattino. La Regione prova di nuovo a cambiare il servizio anche per “ liberare” cento camici bianchi e utilizzarli per rafforzare il sistema di visite domiciliari per i pazienti fragili
diMichele Bocci
Attiva la sera, nei week end e nei festivi fino a mezzanotte, sostituita da una centrale telefonica tra mezzanotte e le otto del mattino. La guardia medica cambia e diventa “h16”. Sta per essere avviata una riforma molto simile a quella che già venne tentata nel novembre 2020. A quel tempo si volevano recuperare risorse per la lotta al Covid e dopo una serie di polemiche la Regione fece marcia indietro. Adesso si riprova, questa volta per rinforzare i servizi territoriali.
L’assessorato alla salute guidato da Simone Bezzini sta lavorando con i sindacati dei medici di famiglia e della stessa guardia medica, in particolare la Fimmg, per cambiare il servizio. Si parte dal presupposto che i medici della cosiddetta continuità assistenziale fanno poche visite domiciliari in piena notte, piuttosto danno consigli telefonici. E così l’idea è di tenere aperta la guardia, che si attiva quando i medici di famiglia non ci sono, fino a mezzanotte. Da quell’ora alle 8 del mattino saranno attivi i numeri 116 e 117, grazie ai quali si verrà messi in contatto con un medico. Ci saranno quindi dei camici bianchi che continueranno a lavorare anche dalla notte alla mattina ma molti meno di adesso. I dottori diranno cosa fare e se la situazione è a rischio indirizzeranno i cittadini all’ospedale o avvertiranno il 118, cose che comunque succedono già anche adesso. Sono infatti pochissime le visite domiciliari che vengono fatte in piena notte. Ad aprile nella Asl Centro, dove abitano un milione e mezzo di toscani, tra le 24 e le 8 sono state fatte 124 visite a domicilio, cioè in media 4. Una di queste riguarda Firenze. Le consulenze telefoniche invece in media sono 76 a notte.
In Toscana sono circa 120 le postazioni della guardia medica e visto che si risparmia un turno di lavoro e al netto di coloro che comunque lavoreranno per le centrali telefoniche, ci saranno 100 medici a disposizione del sistema sanitario. L’idea della riforma è quella di impiegarli nel territorio. In particolare si occuperanno di visite domiciliari ai malati oncologici, ai malati terminali e agli ospiti delle Rsa. Si tratta di pazienti che sono in carico ai medici di famiglia, che spesso però non riescono a fare le visite domiciliari a tutti questi pazienti fragili che ne hanno bisogno. Potranno così contare sui colleghi, che in prospettiva entreranno nelle Case di comunità, cioè i centri con più specialisti e gli stessi medici di famiglia che diventeranno punti di riferimento di tutta la sanità territoriale.
La riforma viene discussa a livello tecnico e dovrebbe passare nei prossimi giorni. Come sempre ultimamente bisogna finiredi convincere alcuni sindaci del fatto che non peggiora l’assistenza. Del resto i responsabili dei Comuni sono già stati coinvolti per i tagli al 118, che ancora non avvengono seguendo un unico progetto ma che un giorno, probabilmente dopo l’estate, entreranno in una riforma. Ma anche sui punti nascita più piccoli i responsabili della sanità hanno incontri con i sindaci. Di recente ne sono stati fatti alcuni per convincere gli amministratori della zona di Pescia del fatto che la legge impone la chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti, salvo eccezioni che nel caso della cittadina in provincia di Pistoia si cercheranno di far valere.