Il Palio dovrà essere letto dal mondo intero come qualcosa di unico, un valore da salvaguardare: non da attaccare in modo strumentale. Anche per questo Siena dovrà interagire di nuovo con grandi personalità dell’arte e della cultura. La realizzazione del drappellone potrà essere riaffidata ad illustri artisti, che così diventeranno i migliori ambasciatori dei nostri valori universali. Già adesso c’è, idealmente, un grande museo del Palio, composto da quelli delle diciassette Consorelle. Queste ultime andranno supportate per rafforzare il circuito di visite ai propri musei, aperti a viaggiatori rispettosi, interessati a qualcosa di realmente vissuto. Grazie anche una progettualità complessiva, sarà valorizzato un patrimonio culturale e sociale inestimabile. È arrivato il momento di far conoscere al resto del mondo lo stile di vita senese, superando i limiti di una comunicazione incentrata sulla corsa e su messaggi superficiali. A questo scopo sarà indispensabile un’adeguata attività di comunicazione, accanto alla richiesta del riconoscimento del Palio come Bene Culturale, in accordo con il Magistrato delle Contrade. Quanto alla Festa, occorre tornare a regole consolidate, a maggiori certezze relative alla Giustizia paliesca. Altrimenti, le mancate decisioni lasciano aperti dei vuoti, che inevitabilmente vengono riempiti da altri poteri. Serve una visione collettiva e antropologica del Palio, un Sindaco in grado di fare fronte comune con le Contrade. La nostra civiltà va tutelata. Per Siena.