di Pierluigi Piccini
Una cosa è certa: il Comune di Siena non ha fatto nessuna richiesta per accedere ai finanziamenti del PNRR sulla riqualificazione urbana. Motivazioni: non abbiamo strutture sulle quali poter intervenire, sciocchezza! Ne portiamo solo tre a titolo di esempio, il Pendola per la parte di proprietà del Comune, il Monna Agnese e la Fortezza. Quindi la collettività di Siena a differenza del resto della Toscana e dei suoi capoluoghi di provincia ha rinunciato a un volano economico non di poco conto in un settore come l’edilizia che ha bisogno di interventi urgenti e mirati. C’è da ricordare che l’ammontare complessivo delle coperture finanziarie che sono andate ai comuni italiani è di 3,2 miliardi di euro a fondo perduto. Ci viene obiettato che comunque sono stati presentati progetti, quindici, a valere sul DPCM del 21/1/2021. Finalmente siamo riusciti a ricomporre tutta la vicenda. Vediamo. I finanziamenti previsti dal DPCM sono pluriennali con scadenza nel 2023. Per l’anno 2021 e per tutti i comuni che ne faranno richiesta sono previsti 150 milioni di euro. Non si è capito se sono a fondo perduto o prevedono una partecipazione dei beneficiari, aspetto da chiarire ulteriormente. Il Comune ha fatto richiesta ed è in fase di elaborazione dei progetti, vedremo se sarà finanziato e per quale somma. Domanda, perché la Giunta non ha partecipato a tutte e due i Bandi? Inspiegabile. Così, come fra poco potremo vedere quali sono quei comuni virtuosi che hanno avuto la lungimiranza di partecipare ad ambedue i finanziamenti e verranno premiati sia dal DPCM che dal PNRR. Il giudizio di sintesi è semplice e amaro, si è buttata via una occasione d’oro per Siena.