Pnrr, incontro Giani-sindaci Atto II «Non basta raccogliere i progetti»

Assessori, amministratori e Consiglieri regionali a teatro. Ancora tanti i dubbi su risorse e competenze

Giorgio Bernardini

 

I dubbi rimangono, le preoccupazioni aumentano. Ieri la seconda puntata degli incontri «allargati» organizzati dal presidente toscano Eugenio Giani sul Piano nazionale di rilancio e resilienza (Pnrr). Gli amministratori — sindaci e Consiglieri regionali — erano convocati al Teatro La Compagnia per discutere, com’era avvenuto in maniera più ristretta all’inizio della settimana, dell’approccio alla programmazione. La volontà del governatore di fornire agli enti una «cabina di regia» fatta di esperti è stata ribadita: un pool tecnico di 53 professionisti assegnati da un decreto legge alla Toscana sui mille previsti a livello nazionale. Tuttavia, questa, appare come una soluzione che non risolve i problemi a monte di progettazione e coordinamento fra territori a cui devono far fronte soprattutto i piccoli Comuni. Quelli più svantaggiati dai tempi stretti e dalla mancanza di personale (e competenze specifiche) per elaborare progetti che rispondano alla sfida epocale delle transizioni ecologica e digitale.

«Tutti i progetti dei territori devono confluire ed essere completati al più presto perché — ha spiegato Eugenio Giani a margine dell’incontro — se non saranno finanziati con il Pnrr potranno avere il sostegno dei Fondi strutturali europei». La Consigliera regionale Cristina Giachi aveva anche caldeggiato «il coinvolgimento di Fondazioni bancarie» del territorio, proprio per dare ancor più benzina al motore che sta per mettersi in moto. Insomma «fare» e «velocemente» paiono essere i paradigmi di risposta allo smarrimento, a fronte di cui pare mancare un disegno più chiaro anche da parte del governo centrale. «Capisco la difficoltà e sono contento che ci s’impegni insieme, anche se di schieramenti politici differenti, per uno stesso obiettivo. Ci vuole però — dice il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (FdI) — anche una cabina di regia politica, non solo tecnica. Un nucleo che indirizzi il cambio di passo e favorisca progetti d’area, altrimenti si fa la corsa di tutti i Comuni a farsi finanziare i propri progetti e si torna al passato».

Ci sono un sacco di soldi sul tavolo e c’è la difficoltà di capire come spenderli. Oltre che la paura di non riuscire a farlo. Sondare gli umori di sindaci e Consiglieri regionali, nel corso dell’incontro, è un’impresa complessa: nessuno nasconde l’imbarazzo. Di cui si fa portavoce il rappresentante naturale degli amministratori locali, il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni. Il suo è un «allarme per la mancanza delle risorse umane, tecniche e professionali necessarie a raggiungere gli obiettivi nei tempi previsti». E quindi la richiesta al governo «di snellire al più presto le procedure, e la proposta alla Regione di finanziare l’utilizzo di competenze esterne».

Se il 2026 è l’anno in cui si dovranno rendicontare gli interventi, secondo Biffoni «è indispensabile più coraggio per consentire ai Comuni di avere spalle più ampie per lavorare: penso alle assunzioni del personale, che hanno tempi lunghissimi, o alle relazioni con soprintendenze e altri enti statali per permessi e valutazioni. Dobbiamo cambiare passo, dare fiducia ai Comuni e snellire le procedure: altrimenti rischiamo che la fase progettuale vada presto in affanno». Da qui la proposta: «L’idea che stiamo elaborando con la Regione è quella di utilizzare anche risorse esterne per supportare i Comuni sui progetti del Pnrr. Penso ai centri più piccoli che non hanno le strutture tecniche necessarie e non possono tralasciare il lavoro quotidiano. Credo che in questo caso, con risorse dedicate — ha concluso il sindaco Biffoni — per la progettazione ci si possa avvalere di soggetti privati, naturalmente che abbiano tutti i requisiti necessari».

 

 

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