“Il carico ha la priorità” è quanto viene detto ai passeggeri a bordo del cargo senza nome, che partito da Amburgo si appresta a circumnavigare il globo, e che mette subito in chiaro il tenore del viaggio, molto lontano dal lussuoso mondo delle crociere “tutto compreso”. La passeggera/narratrice, tra i pochi passeggeri paganti, tollerati più che accolti dallo strambo equipaggio, ci guida attraverso nove notti che scandiscono il procedere del viaggio. Piani temporali e narrazioni si intrecciano in un racconto al limite dell’onirico. Nell’intimità della cabina, nell’oscurità della notte risuona infatti la voce immortale di Antonio Pigafetta, tra i pochi sopravvissuti della spedizione attorno al mondo di Magellano, nel 1519. Pigafetta occupa il proprio posto nella cabina della voce narrante, siede sotto l’orologio e sembra indurre a riflettere su interrogativi più o meno astratti: Perché il cuoco ha con sé un solo piccolo ricettario per un viaggio così lungo? Cosa rende il capitano tanto irrequieto? Perché gli uomini si ostinano a voler misurare il tempo, anziché limitarsi ad osservarne l’incedere? Felicitas Hoppe, nel suo primo romanzo pubblicato, offre un saggio di stili e temi che caratterizzeranno la sua intera produzione. In costante dialogo con la tradizione Hoppe gioca con tòpoi e cliché propri della letteratura di avventura: tra personaggi improbabili, affascinanti giovinette, tempeste, bonaccia e un immancabile ammutinamento, troviamo disseminati tra le pagine elementi che richiamano Melville, Poe, Sterne, Collodi e la Bibbia…