di Alessandro Di Maria
Trattative andate avanti fino a tarda sera per trovare la quadra finale sulla giunta che dovrà guidare la Regione e che oggi pomeriggio Eugenio Giani dovrà presentare: i nodi ancora da sciogliere sono due, il più importante che riguarda la sanità, con scontro tra Pd e Italia Viva; poi quello sulla presidenza del consiglio, con battaglia interna tra i dem. Mentre le certezze parlano di 5/6 nomi sicuri: Monia Monni, Alessandra Nardini, Leonardo Marras, Simone Bezzini per i dem, Serena Spinelli per Sinistra civica, più Stefano Baccelli.
Ma andiamo per gradi, cominciando con l’incontro a tre (Matteo Renzi e Nicola Danti da una parte, Giani dall’altra) di sabato sera, che si è protratto fino a tardi. Alla fine la quadra è stata trovata. Italia Viva aveva messo sul piatto tre possibilità, note da giorni: due assessorati, singolo assessorato alla sanità, oppure un assessorato più debole oltre alla presidenza del consiglio. Alla fine è stato trovato un accordo su assessorato alla sanità, come offerto da Giani. E anche i nomi sarebbero stati individuati: l’ex sindaco di Livorno e medico, Alessandro Cosimi (che tra l’altro toglierebbe Giani dall’impiccio di non avere nessuno di Livorno in Giunta), senza però trascurare Stefania Saccardi, figura di esperienza essendo assessora uscente. Inutile dire che tutto ciò ha scatenato l’ira del Pd, che però nel frattempo si era già diviso sul nome di Simone Bezzini, grande favorito per il ruolo fino a qualche ora fa, scelto dall’ala zingarettiana, ma ben voluto anche da Giani. Ma Bezzini ha dovuto subire il fuoco amico, con l’opposizione della base riformista, che non vuole dare anche la sanità agli zingarettiani, oltre alla vicepresidenza della giunta, al momento assegnata a Nardini. Una divisione che si concilia poco con il potere di andare a dire a Italia Viva che l’assessorato alla sanità per loro è troppo. La palla è passata a Giani che fino a tarda sera ha cercato di conciliare le varie anime della coalizione.
Chiaro che se la sanità non andasse a IV, difficilmente il partito di Renzi rinuncerebbe alla presidenza del consiglio. Dove si è creato un altro scontro dentro i dem. Fino a qualche ora fa il favorito era Antonio Mazzeo, ma gli zingarettiani, soprattutto in caso di abbandono della sanità, vorrebbero un loro uomo. Anche perché con Mazzeo si creerebbe un problema territoriale ( è di Pisa come Nardini), e poi perché comunque è arrivato secondo dietro proprio a Nardini, mentre ci sono altri nomi che hanno vinto nel proprio collegio che sono fuori da tutto. L’ala di Zingaretti vuole così proporre Vincenzo Ceccarelli, con il rischio che oggi al primo consiglio vengano portati due nomi: il suo e Mazzeo.