Tra gli eventi salienti della VII edizione dell’Ortigia Film Festival, l’omaggio a Pier Paolo Pasolini. Per l’occasione saranno proiettati due lavori che testimoniano il legame di Pasolini con la classicità e il Teatro greco di Siracusa; si tratta de L’Africa Greca di Pasolini – Pasolini e l’Orestiade (1959 – 1973) e degli Appunti per un’Orestiade Africana.
Nel 1959 Pier Paolo Pasolini tradusse l’Orestiade di Eschilo su richiesta di Vittorio Gassman. L’anno successivo Gassman interpreterà e dirigerà la trilogia al teatro greco di Siracusa. Il documento, presentato al Festival, è tratto da una trasmissione radiofonica dal titolo: Le belle infedeli, ovvero I poeti a Teatro di Ruggero Jacobbi.
Si tratta di un intervento di Pier Paolo Pasolini sulla traduzione dell’Orestiade e del Miles Gloriosus risalente al gennaio 1968. Le fotografie sono tratte dai sopralluoghi de Il padre selvaggio e, in parte, scattate sul set di Appunti per un’Orestiade Africana.
Quest’ultimo è un film laboratorio del 1970 dove Pasolini sperimenta l’idea di ambientare la tragedia di Eschilo nell’Africa della post-decolonizzazione. L’Africa diventa espressione di un’armonia utopica fra irrazionalità ancestrale e dominio della ragione. Gli Appunti per un’Orestiade Africana sono, al tempo stesso, un diario di viaggio e un film-saggio antropologico. Il film, ultimato nel 1973, è rimasto pressoché inedito fino a dopo la morte di Pasolini. Si tratta del suo unico lavoro a essere stato rifiutato, per la sua scarsa fruibilità, sia dalla televisione pubblica che dalla distribuzione cinematografica. La Cineteca d Bologna lo ripropone in una nuova versione restaurata.
I due lavori saranno proeittati all’interno del Giardino dell’Artemision e verranno replicati ogni sera fino alla fine del festival.
L’evento è curato da Roberto Chiesi e Loris Lepri del Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini in collaborazione con la Cineteca di Bologna.
La Redazione