Onorevoli & affari, ecco la nuova mappa degli intrecci tra politica e impresa.

Da Di Maio a Marcucci, da Galliani a Bongiorno, le attività di deputati e senatori. In molti casi legittime, in altri a rischio di incompatibilità. L’inchiesta di Openpolis
C’è chi presiede una cooperativa di pescatori come il leghista Giancarlo Giorgetti e chi siede nel cda della Mondadori, come l’avvocata di Berlusconi Cristina Rossello. Molti hanno un ruolo nelle aziende di famiglia, magari una piccola impresa, come quella dei Di Maio, oppure una grande azienda come la Kedrion della dinastia Marcucci. Certo è che nel nuovo Parlamento si muove una fitta rete di interessi, molti legittimi, altri collocati su un crinale delicato dove è facile scivolare in potenziali conflitti di interesse. O magari violare la legge del 1953 che cita tra le cause di incompatibilità per gli onorevoli la “carica o funzione di amministratore” in “associazioni o enti che gestiscano servizi di qualunque genere per conto dello Stato”. Grazie al sito “A schede scoperte” realizzato da Openpolis è possibile tracciare la mappa degli affari di tutti i neo eletti, a partire dai nuovi vertici del Parlamento.

La presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati (FI) per esempio vanta una partecipazione al 20% nella finanziaria Esa, srl di Padova. Ignazio La Russa, suo vice in quota Fratelli d’Italia, ha un incarico nella immobiliare di famiglia, la Interiblea, e nella Gibson di Milano. Il collega leghista Roberto Calderoli è socio della Cascina Merli di Cereseto, azienda agricola del Monferrato. Alla Camera il vice presidente Ettore Rosato (Pd) possiede il 30% della Nuova Triesteufficio, mini srl del settore manifatturiero. A carico di Roberto Fico non risulta nulla, mentre più controversa è la posizione del segretario d’aula leghista Marzio Liuni, amministratore unico della Sun spa di Novara, azienda comunale di trasporto, pubblica dunque, con 160 dipendenti.

Passando ai gruppi, quelli di Forza Italia sommano il 35% degli incarichi e il 33,5% delle partecipazioni societarie, cioè la quota più alta. E in diversi casi si tratta di aziende della famiglia Berlusconi. Adriano Galliani, l’ex ad del Milan, è presidente del Cda delle immobiliari Fininvest, mentre la capogruppo a Palazzo Madama Anna Maria Bernini è consigliere d’amministrazione della Benelli Armi, del gruppo Beretta, fornitore dell’esercito italiano. E questa, come ha già rilevato Sergio Rizzo su Repubblica, è una possibile causa di incompatibilità.

L’avvocato e consigliere di Berlusconi, Niccolò Ghedini è socio al 45% della immobiliare di Padova Demostene, ma assai più vistosi sono gli affari di un altro legale dell’ex premier, Cristina Rossello, che ha seguito la separazione da Veronica Lario. Ha ben dieci incarichi: siede nel cda della Mondadori (come altri due suoi colleghi di partito Pasquale Cannatelli e Alfredo Messina), in quello delle distillerie Branca e della Branca International. È segretario del Patto di sindacato di Mediobanca e consigliere della Spafid, la fiduciaria di Piazzetta Cuccia.

Salvatore Sciascia cumula 12 cariche, compresa la vicepresidenza nel Cda della Idra, l’immobiliare di Berlusconi, ed è consigliere Fininvest. Tuttavia tra i forzisti, e in tutto il Parlamento, il record spetta a Guido Della Frera: è socio di otto aziende e cumula ben 21 incarichi, a partire dalla presidenza della Gdf Group holding che, come si legge sul suo sito, controlla anche aziende sanitarie accreditate presso il Servizio sanitario nazionale. Vantano poi 14 incarichi ognuno Maurizio Carrara (comprese le Cartiere Carrara) Giuseppe Massimo Ferro.

Assai più modesti e amatoriali gli interessi di Giancarlo Giorgetti, eminenza grigia e capogruppo della Lega alla Camera: è presidente della Cooperativa pescatori del lago di Varese e ha un incarico nella società “Volta d’amore”, spiaggia con darsena. Per Umberto Bossi mini partecipazioni nella Fin group e nella Pontida-Fin di Bergamo, mentre cumula una proprietà e 11 incarichi aziendali Giulio Centemero, presidente del Cda di Radio Padania e tesoriere della Lega, uno dei giovani rampanti di Salvini. Centemero, come ha rivelato già L’Espresso, controlla anche la onlus Più Voci, che ha ricevuto finanziamenti destinati ad società legate al partito. Inoltre amministra la Mc, proprietaria del Populista e ha incarichi nella F21, nella Core e nella Retipiù (energia). Un intreccio rilevante anche per l’avvocata Giulia Bongiorno sbarcata da poco tra i lumbard: consigliere Juventus e della spa Cerved Information Solutions, siede anche negli organismi di vigilanza di Terna plus e Poste italiane.

Il leader 5Stelle Luigi di Maio è socio al 50% della Ardima, impresa edile gestita dalla sorella, mentre Paola Carinelli, deputata M5S del collegio dei probiviri è consigliere di amministrazione della Biochim, azienda alimentare di famiglia di cui possiede il 23%. Il record dei 5Stelle spetta a Michele Gubitosa, giovane imprenditore irpino che conta quattro partecipazioni e otto incarichi. Possiede al 90% la Hs Company, azienda medio grande di servizi informatici, il 50% della Gubitosa srl, il 100% della Future consulting. Otto incarichi per il tarantino Mario Turco, tra cui quello di consigliere nella Sincon società di sistemi informativi per la pubblica amministrazione e le aziende sanitarie.

Nel Pd Andrea Marcucci, il nuovo capogruppo al Senato, vanta una proprietà e 7 incarichi, con la presenza in diversi Cda, i più importanti dei quali sono la Kedrion spa, l’azienda gioiello della famiglia della lucchesia, il Ciocco spa e la Shaner Ciocco. La Kedrion è il quinto player nel mondo nel settore dei plasma derivati con 660 milioni di fatturato. E proprio poco prima delle elezioni non sono mancate le polemiche per l’intesa con il ministero dello Sviluppo economico, che per l’occasione ha stanziato 9 milioni.

Il premier Paolo Gentiloni ha una quota simbolica (0, 02%) della Agenzia di Pollenzo (Slow food) e Paola De Micheli, sottosegretaria uscente a palazzo Chigi è presidente del Cda della Lega pallavolo serie A. Sette incarichi per altri due piddini, Claudio Mancini e Matteo Colaninno, che ha quello di gran lunga più rilevante di vice presidente della Piaggio.

Dentro Fratelli d’Italia Daniela Santanchè cumula ben 16 cariche. In testa c’è la sua Visibilia spa, società editrice di cui è ad e che ha conosciuto negli anni scorsi varie peripezie. Presiede poi il Cda della Unopiù (arredamento) e della Bioera.

Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/