Il Pd lancia una rivoluzione interna per limitare il rischio di nuove batoste elettorali, tra il voto per i sindaci e le elezioni politiche ormai alle porte. In Toscana, la strategia dei vertici a trazione renziana è chiara: accordi con la sinistra del partito (la corrente del ministro Orlando) e operazione «facce nuove» tra i segretari provinciali e comunali per tentare di rigenerare l’immagine del partito sul territorio: tutti nomi renziani doc e di fiducia del segretario regionale Dario Parrini, finito al centro delle polemiche per le sconfitte alle ultime amministrative. Il congresso per l’elezione dei nuovi segretari è entrato nella fase decisiva: ieri sono scaduti i termini per presentare le candidature. E il risultato, per i Democratici, è un mix di luci e ombre. Cambiano 10 segretari sulle 12 federazioni in cui va a congresso: Livorno, nonostante il pressing dei renziani critici che chiedevano una svolta per aumentare le possibilità di battere il grillino Nogarin nel 2019, è rimasta fuori dalle danze. In molti casi il partito ha trovato un candidato unitario (come a Firenze : il segretario metropolitano sarà il mugellano Marco Recati), ma in altri si registrano fratture rilevanti. A partire da Siena , dove i candidati segretario potrebbero essere addirittura quattro, con scontro fratricida tra i renziani; un quadro assai preoccupante visto che a primavera si voterà e nuova parte del Pd non è soddisfatto del sindaco uscente Bruno Valentini.
Spaccatura anche ad Arezzo , dove Luciano Ralli (renziano doc, appoggiato dalla Boschi e da Parrini) se la vedrà contro Albano Ricci (renziano critico). Perplessità a Pistoia , dove il Pd, nonostante la clamorosa sconfitta con il Comune finito ad un sindaco di Fratelli d’Italia, ha riconfermato l’uscente Riccardo Trallori alla guida della federazione. Scontro tra renziani anche a Piombino , dove il dramma (irrisolto, nonostante le promesse) delle tute blu delle acciaierie rende la situazione molto delicata: il renziano Massimiliano Roventini se la vedrà contro Carla Maestrini, renziana appoggiata anche dagli orlandiani.
«Nelle città partiamo sempre da zero a zero. Non ci sono più esiti scontati ed ogni vittoria ce la dovremo conquistare sul campo, centimetro dopo centimetro», dice il segretario toscano Parrini intervistato a Tele Iride parlando delle prossime amministrative . È la presa d’atto di un nuovo scenario, fantascientifico fino a poco tempo fa, di una Toscana rossa diventata contendibile. Lo sa bene lo stesso Parrini, che durante la sua gestione ha dovuto incassare débâcle pesanti come Arezzo, Grosseto, Livorno, Pistoia, Carrara e pure Cascina, diventata leghista.
A primavera inoltrata, oltre che a Siena e Massa, si voterà anche a Pisa . Il Pd rischia anche qui, ma a differenza di Siena sembra essersi mosso con anticipo e all’insegna dell’unità tra renziani e ala sinistra ha riconfermato il segretario uscente Massimiliano Sonetti. Dopo dieci anni di Filippeschi sindaco, il partito sembra avere trovato la quadra anche sul nome del suo candidato-successore: il deputato Federico Gelli, dirigente della Asl e già vicepresidente della Regione. «Gelli non è una candidatura — dice Parrini — ma è una ipotesi emersa in queste settimane. E mi pare una ipotesi molto autorevole», come ha lasciato intendere anche il segretario Renzi alla Festa de l’Unità di Rignano. Il punto a favore di Gelli? È sì un iper renziano, ma tra i nomi circolati è l’unico su cui gli alleati di Mdp non hanno espresso obiezioni.
Claudio Bozza
- Martedì 3 Ottobre, 2017
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