verso le amministrative
di Ernesto Ferrara
Nemmeno due ma forse addirittura tre candidati di area Pd nella vecchia madre patria del renzismo, la Rignano sull’Arno dei Renzi. L’accordo con la sinistra che si allontana sempre di più a Pistoia, rendendo di fatto una “ mission impossible” l’assalto della dem Federica Fratoni al bis di Alessandro Tomasi, il sindaco- bandiera di Giorgia Meloni in Toscana, in caso di vittoria sicuro candidato governatore del centrodestra nel 2025. Per non dire di Carrara, dove il 6 maggio arriva il leader Pd Enrico Letta a lanciare la campagna toscana: nonostante diplomazia e abbocchi la candidata Pd Serena Arrighi è riuscita a portare in squadra solo Sinistra Civica Ecologista mentre Italia Viva e Socialisti corrono col deputato Cosimo Ferri e anche Mdp e 5 Stelle ballano da soli. Ciliegina sulla torta Lucca, dove sulle buone speranze del candidato dem Francesco Raspini, complice la lite col governatore Giani sul porto, adesso torna ad incombere l’ira di Giorgio Del Ghingaro, il sindaco viareggino che ha rinunciato a candidarsi ma non a vendicarsi: «Ho detto che Lucca mi interessa perché sono cittadino lucchese. A breve si vedrà che non ci sto, alla finestra. Non resto a Viareggio, buono buono, a prendere ciaffate. Del resto, a Viareggio ho il Pd all’opposizione, quindi non posso appoggiare i Dem da altre parti » dice ora, dopo che nemmeno la nomina di una nuova assessora dem è riuscita a fargli far pace col Pd viareggino. La cosa più probabile è che Del Ghingaro si lanci a sostenere non il centrodestra del manager Mario Pardini ma Alberto Veronesi, il direttore d’orchestra figlio del grande medico che corre per Italia Viva e Azione e punta al ballottaggio per trattare con Raspini. A 40 giorni dal primo turno del 12 giugno le amministrative tornano ad essere rebus ad alta tensione per il Pd toscano: nonostante settimane di lavorio il campo largo di Letta non si vede. E si annunciano ballottaggi thriller.
Pensare che l’occasione di sbancare le comunali mai come stavolta era ghiotta, per il partito di governo guidato da Simona Bonafè, l’eurodeputata che vuole il bis da segretaria: dentro la Lega grandi maldipancia con Manuel Vescovi pronto all’addio, liti perenni con Fdi, spaccature plateale a destra a Carrara. Eppure la fatica di trovare intese sta complicando la strada del Pd: « Sia Giani che ce l’ha in giunta ad aiutarci con la sinistra a Pistoia» invocano i Dem. Mentre a Lucca è Del Ghingaro l’incognita: peserà davvero? Un certo caos rimbalza da Bientina, nel Pisano, con l’ex sindaco Pd Guidi che sfida l’uscente Pd Carmassi. Ma il caso più clamoroso è Rignano, i cui echi sono arrivati persino al Nazareno. Da mesi il sindaco uscente Daniele Lorenzini, arcinemico di Tiziano Renzi dai tempi dei veleni di Consip, sta provando a rientrare nel Pd. Invano, perchè per i dem rignanesi è sempre fumo negli occhi. Il Pd metropolitano e toscano hanno chiesto in tutti i modi al partito rignanese di ricucire su una candidatura unitaria del centrosinistra, ma nulla. Anzi il segretario rignanese Martini ha accusato Bonafè di aver avallato lei in passato la linea anti Lorenzini. Sia come sia ora rischia di finire con tre nomi area Pd: Lorenzini schiera la sua assessora Dominga Guerri; il Pd, ma non unito, su Giacomo Certosi insieme alla sinistra anti-Giani; Rossano Degli Innocenti, presidente della Rignanese calcio, che potrebbe avere l’ok di un pezzo di dem.