Negozi storici, un crollo verticale. In 8 anni Firenze ne ha persi metà.

Gli over 50 anni sono scesi da 223 a 98. E tra quelli nuovi? Per 200 che aprono, 300 chiudono

Marzio Fatucchi ,Mauro Bonciani

 

I negozi — esclusi bar, ristoranti e pasticcerie — che hanno più di 50 anni, a Firenze, sono oggi 98. Negozi «storici», non perché lo sono formalmente, cioè iscritti nell’apposito elenco, ma perché fanno parte della storia della città e di chi la vive. Erano più del doppio, cioè 223, solo 8 anni fa.

La metà di quelli ancora «vivi» sono nel centro storico, gli altri nei restanti altri 4 quartieri. Fuori dal centro, data la tipologia di offerta, la loro presenza è strettamente legata alla residenza e per questo il secondo quartiere per presenza è il 3. Ma anche alla nascita di grandi centri commerciali, che hanno falcidiato gli esercizi già presenti. Ed è forse per questo che nel quartiere 4 e 5, gli altri due più popolosi, quelli «tradizionali» sono appena 11 a testa. Non solo.

Ci sono 15, di questi negozi «over 50», la cui vita è ben più lunga (i dati sono forniti dagli Uffici statistica della Camera di commercio di Firenze e di Palazzo Vecchio). Ma da quegli archivi si può scoprire molto altro dell’andamento del commercio in città. Volutamente, abbiamo eliminato dai dati il settore della ristorazione, per alcune sue caratteristiche che, soprattutto in centro, avrebbero avuto bisogno di approfondimenti più analitici: ci siamo limitati ai negozi di vicinato — dagli alimentari ai cosmetici alle farmacie.

Negli ultimi 8 anni, dopo la liberalizzazione nel settore del commercio, è aumentata la vitalità, ma anche la mortalità. Più facile aprire, più facile chiudere. In tanti ci provano, molti non ce la fanno: il saldo però alla fine è negativo. Insomma, se ne vanno i «vecchi» ma a morire sono soprattutto i nuovi. La differenza tra aperture e chiusure ha sempre il valore meno: dai -125 del 2009 ai -102 dei primi nove mesi di quest’anno. L’unico saldo positivo è nella categoria degli «ultimi nati»: cioè quelli attivati tra il 2010 ed il 2017. Ma anche in questa categoria, la mortalità è più del 10%: alcuni aprono e chiudono nello stesso anno. Un dato che conferma una analisi fornita da Confesercenti, la vita media dei «nuovi» negozi, nati dopo la liberalizzazione, è 4 anni e mezzo. Se si guarda il numero complessivo di negozi aperti oggi, sono 271 in meno del 2009. Un dato che pare in contraddizione con la somma dei saldi annuali (aperti meno chiusi), ogni anno con un meno 100: in realtà, è solo una difformità di base dati e di registrazione di altri tipi di cessazioni. Insomma, l’impatto delle chiusure è sicuramente maggiore.

I 98 negozi storici di cui abbiamo parlato finora sono quelli che hanno più di 50 anni. Attenzione, però: non tutti questi 98 sono nell’elenco «ufficiale» dei negozi storici del Comune, a cui si accede sì, dopo 50 anni, ma solo su base volontaria. L’elenco «ufficiale», tenuto dal Comune, conta quasi 250 esercizi: dentro c’è una parte dei 98 di questa ricerca e poi ristoranti, gelaterie, bar. In questo elenco quasi tutti sono dentro il centro o in Oltrarno. Fuori, ci sono negozi a volte celebri, altri comunque punti di riferimento dei quartieri dove si trovano. In via Reginaldo Giuliani ci sono le Civaie Scopetani, aperte nel 1946, in via Aretina la Rosticceria del Madonnone e sempre a Firenze Sud in viale Giannotti la gioielleria Roggi, tra le pasticcerie fuori dal centro Castagnoli in viale dei Mille o Crociani in piazza Dalmazia. In viale Morgagni c’è la cartoleria Corti, in via Gioberti negozi storici dell’albo sono l’ottica Galanti e l’enoteca Bonatti. Tra i ristoranti Sabatino, in via Pisana, e Omero al Pian dei Giullari. Tra le gelaterie Cavini in piazza delle Cure o Baroncini al Poggetto. Tra i fiorai fuori dal centro c’è solo Labardi Silvano in via Doni.

L’unica categoria con negozi storici tutti fuori dal centro è «auto e moto» con Stavini in viale Rosselli e Gallori Gomme in lungarno Ferrucci.

Mercoledì 22 Novembre 2017 Corriere Fiorentino.

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