Montepaschi, tre liste per il consiglio.

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La Fondazione Mps dovrebbe approvare oggi la lista di maggioranza per il rinnovo del consiglio del Montepaschi, da presentare insieme con Fintech Advisory, primo socio con il 4,5%, e con Btg Pactual, azionista al 2%. Con il 2,5% di Palazzo Sansedoni i soci pattisti controllano il 9% che dovrebbe consentire loro di conquistare la maggioranza del consiglio, ovvero 7 amministratori su 14, se verrà confermata l’indiscrezione sull’estensione del board dagli attuali 12 membri, per rispettare sia l’equilibrio dei soci sia la parità di genere.
All’ente presieduto da Marcello Clarich spetta l’indicazione del candidato presidente — che dovrebbe essere ancora Alessandro Profumo, anche se il banchiere dovrebbe lasciare poi subito dopo l’aumento di capitale da 3 miliardi che votato all’assemblea del 14-16 aprile insieme con il nuovo board.
Al fondo guidato dal miliardario messicano David Martinez e alla banca d’investimento brasiliana spetta invece l’indicazione del capoazienda, che sarà ancora Fabrizio Viola. Quindi i pattisti presenteranno altri 5 candidati rispettando l’alternanza tra i generi: gli stranieri riconfermerebbero Christian Whamond (di Fintech, appena subentrato a Martinez) e Roberto Isolani (di Btg). La Fondazione schiererebbe quindi tre donne: tra i nomi circolati, quelli dell’economista Fiorella Kostoris, del direttore generale di Conad Tirreno, Fiorella Bianchi, dell’ordinario di intermediari finanziari all’università di Siena, Elisabetta Montanaro, e della produttrice di Brunello Donatella Cinelli Colombini.
Ma dovrebbero esserci almeno altre due liste. Come nelle altre elezioni, una sarà di Axa, socio storico con il 3,7% circa, un’altra dei privati. E qui ci sarebbe la novità: a capitanare la lista ci sarebbe Alessandro Falciai, l’ex patron di Dmt poi confluita in Ei Towers (Mediaset). Falciai, entrato nel Montepaschi a cavallo dell’aumento di capitale del giugno scorso da 5 miliardi di euro, è accreditato dell’1,7% e starebbe cercando di aggregare attorno a sé alcuni fondi istituzionali. Dovrebbe comunque trattarsi di una sorta di consiglio-ponte, visto che subito dopo l’aumento Mps potrebbe essere oggetto di un’acquisizione o integrazione con un altro gruppo bancario. E Ubi è sempre data in pole position.
Fabrizio Massaro